Ruotolo segna la fine della Giunta Vicinanza: “Voto inquinato, Castellammare tra camorra e alleanze ciniche”

Sandro Ruotolo, eurodeputato e consigliere comunale, lancia un j’accuse durissimo al sindaco Luigi Vicinanza, denunciando infiltrazioni camorristiche, alleanze ciniche e la crisi morale dell’amministrazione cittadina. Dopo il bilancio tutti a casa

Sandro Ruotolo, eurodeputato e membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, ha lanciato un j’accuse senza precedenti contro il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, con una lunga lettera aperta pubblicata oggi. L’europarlamentare e consigliere comunale definisce senza mezzi termini la situazione della città: «Questa giunta, in queste condizioni, è arrivata al capolinea». Ruotolo annuncia che voterà il bilancio per senso istituzionale, ma avverte che subito dopo il Partito Democratico nazionale deciderà il da farsi, «assumendo fino in fondo la gravità della situazione. Questo è il momento della verità. Per Castellammare. Per la democrazia».

Il cuore della denuncia di Ruotolo

Il nucleo dell’accusa di Ruotolo è sia politico che morale. L’eurodeputato contesta al sindaco Vicinanza di aver sacrificato la trasparenza e l’integrità amministrativa in nome di un realismo politico cinico. Ruotolo ricorda di aver sostenuto personalmente la candidatura di Vicinanza nel 2024, superando resistenze interne al PD, e denuncia come le 14 liste della coalizione siano state accettate solo per garantire il successo elettorale: «Hai deciso di correre il rischio, pensando di poter governare il tutto. Dovevamo alzare muri invalicabili per la Camorra e invece si sono aperti dei varchi e oggi quei varchi sono diventati, per la magistratura, piste investigative».

Infiltrazioni camorristiche e nodi critici

L’europarlamentare denuncia consiglieri comunali imparentati con esponenti apicali dei clan, altri con famiglie coinvolte in indagini, e possibili inquinamenti del voto. Ruotolo richiama il lavoro dell’Osservatorio sulla camorra, creato dal PD insieme ad associazioni, Libera e Università di Napoli, che già nei primi rapporti aveva evidenziato anomalie nelle preferenze di voto in sezioni riconducibili al clan D’Alessandro. Secondo Ruotolo, segnalazioni precedenti erano rimaste inascoltate, come nel caso del consigliere Francesco Oscurato, difeso in aula dal sindaco: «Tu lo hai difeso in aula dicendo che non esiste il reato di parentela».

Il caso Nino Di Maio e gli arresti del clan D’Alessandro

Ruotolo fa riferimento all’inchiesta che ha portato alle dimissioni del consigliere di maggioranza Nino Di Maio, dopo che figlio e nipote risultano indagati per associazione camorristica. L’inchiesta, coordinata dalla DDA, ha portato all’arresto di 11 persone legate al clan D’Alessandro.

Per Ruotolo, questo passo indietro non è sufficiente a ricompattare la maggioranza, e la coalizione di 14 liste si trasforma da bacino elettorale a «terreno di accuse». L’europarlamentare cita anche vicende opache legate a Arena Beach e alla gestione dei rifiuti, evidenziando come la magistratura stia approfondendo piste investigative già segnalate dall’Osservatorio sulla camorra.

La politica locale e il rischio della commissione prefettizia

Ruotolo sottolinea il rischio di un ritorno della commissione prefettizia, dopo lo scioglimento della precedente giunta di centrodestra per infiltrazioni camorristiche nella macchina comunale. L’eurodeputato afferma che la politica deve intervenire prima che la magistratura prenda il sopravvento: «Quando sulla questione morale intervengono gli organismi preposti, la politica ha già perso e deve fare un passo indietro».

Parole dei dirigenti del Pd

La lettera di Ruotolo cita anche le parole del commissario cittadino PD, Francesco Dinacci, che aveva invocato «un salto di qualità chiaro e visibile», e di Nicola Corrado, della direzione nazionale: «Non è possibile minimizzare ciò che sta emergendo. Bisogna contrastare prima ancora della camorra l’idea di una città rassegnata». Nonostante queste prese di posizione interne, il segretario PD della Campania, Piero De Luca, aveva recentemente espresso «piena fiducia politica» al sindaco Vicinanza, mantenendo formalmente il sostegno del partito.

Voto, bilancio e decisioni future

Pur confermando che voterà il bilancio per senso istituzionale, Ruotolo avverte che subito dopo il PD nazionale deciderà il da farsi. «Assumendo fino in fondo la gravità della situazione, per il rispetto dovuto alle Istituzioni e per l’amore che provo verso questa città meravigliosa», scrive l’eurodeputato. L’obiettivo dichiarato è chiaro: «Questo è il momento della verità. Per Castellammare. Per la democrazia».

La lettera di Ruotolo, che riportiamo di seguito, rappresenta un aut aut politico senza precedenti, mettendo il sindaco Vicinanza sotto pressione e denunciando il collasso morale e amministrativo della giunta. Tra voti inquinati, alleanze ciniche e infiltrazioni camorristiche, Castellammare di Stabia si trova oggi davanti a una crisi istituzionale profonda, con il rischio concreto di interventi esterni e nuove verifiche della magistratura.

LETTERA APERTA A LUIGI VICINANZA

Caro Luigi,

considera queste righe come una lettera aperta da parte di un tuo vecchio amico. Ci conosciamo — se la memoria non mi inganna — dal 1977, quando tu lavoravi nella redazione napoletana de l’Unità, in via Cervantes. Io ero un giovane cronista del Manifesto, che all’epoca non aveva nemmeno una vera redazione a Napoli: c’ero solo io, e bussai alla vostra porta chiedendo ospitalità. Me la concedeste, senza esitazione. C’erano Marco De Marco, Antonio Polito, Vito Faenza, Federico Geremicca, Rocco Di Blasi, quelli che sarebbero diventati i giornalisti giornalisti degli anni ’80 e ’90. Un luogo vivo, generoso, dove si respirava giornalismo vero.

Quando, nel 2024, ero già membro della Segreteria nazionale del Partito Democratico — dopo essere stato senatore e aver presentato decine di interrogazioni e richieste formali di scioglimento per camorra del Comune di Castellammare, allora governato dalla destra — insieme a tanti compagni del PD, avanzammo il tuo nome per la candidatura a sindaco.

Non fu semplice. C’erano altre aspirazioni, all’interno e fuori dal PD. Per sostenere la tua candidatura fummo costretti persino a sacrificare il giovane segretario del circolo, perché una parte del partito voleva una punizione esemplare. Abbiamo creduto in te, e lo abbiamo fatto fino in fondo.

Lo dico perché è giusto che la città sappia che ciò che oggi ci divide non è personale, ma profondamente politico. Umanamente resteremo sempre amici. Ma sulla vicenda di Castellammare tu hai sottovalutato il quadro, e questo non posso tacerlo. Perché i Comuni si sciolgono non solo per il voto di scambio, ma soprattutto per quello che accade nella macchina comunale: negli appalti, negli uffici tecnici, nei gangli amministrativi dove i clan spesso trovano spazio e complicità. Pensare che il prestigio del sindaco o la composizione della giunta possano bastare a proteggere un ente è stato un errore.

Proprio per questo, appena insediata la tua giunta, abbiamo creato — insieme alla Facoltà di Sociologia dell’Università di Napoli, ai giovani di Libera, ai giovani del PD, alle associazioni — l’Osservatorio sulla camorra di Castellammare. Un lavoro di un anno e mezzo, fatto di analisi, raccolta di dati, studio delle inchieste giudiziarie, ricostruzione della storia criminale di questa città. Abbiamo studiato i flussi elettorali, i voti ai candidati uno per uno, seggio per seggio.

E Castellammare non è una città come le altre: qui due consiglieri comunali sono stati uccisi dalla camorra. Qui c’è una storia di infiltrazioni, scioglimenti, condizionamenti che non permette leggerezze.

Il primo rapporto dell’Osservatorio lo diceva in modo chiaro: nelle elezioni del 2024, in alcuni quartieri sotto influenza del clan D’Alessandro, alcuni candidati avevano preso un numero anomalo di preferenze concentrate in pochissimi seggi. Lo scrivemmo subito: c’era un rischio concreto di voto della camorra per alcuni consiglieri comunali.

Abbiamo sollevato per primi e da soli un problema sul consigliere Oscurato, tu in aula lo hai difeso, affermando che non esiste un reato di parentela.

Poi è intervenuta la magistratura. La Direzione Distrettuale Antimafia. E ciò che è emerso è ancora più grave: un consigliere comunale di maggioranza imparentato con un esponente apicale del clan D’Alessandro, un altro consigliere comunale, padre del titolare del negozio dove si tenevano i summit del clan, con l’intera famiglia coinvolta nelle indagini. E siamo solo all’inizio. E poi la vicenda dell’Arena Beach, ancora aspetto gli atti richiesti formalmente con un’istanza di accesso, la festa per la Juve Stabia dove ti chiesi pubblicamente da che parte stavi dopo aver visto le immagini dei festeggiamenti per il successo della squadra di calcio sul palco con gli esponenti del clan insieme alle autorità, consiglieri comunali e giunta. Sono stato insultato, minacciato, addirittura consiglieri di maggioranza e di minoranza hanno chiesto la mia decadenza.

Abbiamo dovuto aspettare l’intervento della procura antimafia per vedere ristabilita la verità quando sono emersi i rapporti tra la squadra di calcio e la camorra e il possibile inquinamento del voto amministrativo. Nel corso del Consiglio Comunale convocato sul tema dei rifiuti ho proposto di istituire una commissione speciale che monitorasse tutti gli affidamenti diretti fatti dai dirigenti, proposta caduta nel vuoto. Ho detto con chiarezza i miei dubbi sul PUC, l’assenza di un’idea di sviluppo ed i pericoli speculativi contenuti in questo strumento fondamentale di pianificazione e programmazione. Ho denunciato l’opacità che accompagna la gestione dell’appalto sulla raccolta dei rifiuti in città. Tutto questo te lo avevamo segnalato per tempo. Ha ragione il commissario del PD di Castellammare, Francesco Dinacci, serve: “un salto di qualità chiaro e visibile, capace di leggere le sfide aperte, i risultati raggiunti ma anche i limiti di una stagione storica e di proiettare la città in avanti”. Un richiamo netto, inequivocabile.

Condivido la riflessione di Nicola Corrado, della Direzione Nazionale del PD, “non è possibile minimizzare ciò che sta emergendo”, bisogna contrastare prima ancora della camorra l’idea di una città assuefatta, rassegnata alla camorra”. L’ho detto prima dell’estate e lo ripeto con più forza ora: dobbiamo decidere da che parte stare.

Nessuno può più far finta di nulla. Per questo, Luigi, quando dici di voler “ripartire” o di voler “rinnovare” la tua azione amministrativa, io devo dirti con franchezza che questa storia, questa giunta, in queste condizioni, è arrivata al capolinea. Perchè penso che il voto sia stato inquinato dalla Camorra e che questo Consiglio Comunale è compromesso da un punto di vista politico e morale. Non lo dico con rabbia, non lo dico con rancore. Lo dico per rispetto della città.

Quattordici liste a tuo sostegno, figlie anche di quel potere parallelo degli eletti regionali, sono troppe, altro che modello Castellammare: Castellammare è esattamente il modello che non bisogna seguire. Te lo hanno detto pubblicamente anche tutti i parlamentari delle forze progressiste eletti nel collegio di Castellammare. Hai accettato questo quadro di alleanze per paura di non essere eletto, in nome di un realismo politico cinico e forse anche un po’ presuntuoso. Hai deciso di correre il rischio, pensando di potere governare il “tutto”, dovevamo alzare muri invalicabili per la Camorra e invece si sono aperti dei varchi e oggi quei varchi sono diventati per la magistratura, stando a quanto si legge sulla stampa, piste investigative.

Se si voterà il bilancio, io ti darò il voto tecnico, per non fornire alibi a nessuno, poi insieme al mio partito, di cui sono membro della segreteria nazionale, trarrò le conseguenze politiche assumendo fino in fondo la gravita’ della situazione, per il rispetto dovuto alle Istituzioni e per l’amore che provo verso questa città meravigliosa. Ho sempre detto che quando sulla questione morale intervengono gli organismi preposti, la politica ha già perso e deve fare un passo indietro. Questo è il momento della verità.

Oggi è il momento della verità.
Per Castellammare.
Per la democrazia.

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