Ci apprestiamo a celebrare il NATALE 2025 e pazzianno, pazzianno (ovverosia, scherzando scherzando con amena leggerezza) proprio alla maniera del mitico banditore del passato, il gruppo Folk ‘O Pazziariello mette in scena, a Torre Annunziata, la 28 edizione dell’ormai tradizionale Presepe Napoletano Vivente Folklorico.
E ancora una volta, come ogni volta, la cripta del Santuario Diocesano dello Spirito Santo, nella città oplontina, accoglie come benevola madre-terra tutti gli spettatori per stringerli in grembo e assorbire le loro vibrazioni più intime e ascoltare i respiri di ognuno.
Si fa magica la cripta quando con i suoi silenzi dialoga con le emozioni rubate al pubblico e le custodisce gelosamente nel suo regno sotterraneo fino a nutrirsi e a saziarsi di umanità.
Ciò è quello che accade in ogni rappresentazione: il Pazziariello, il pezzente, i pastai, il conciatielle, le lavandaie, le stiratrici, le vaiasse, le zite, lo spasaro, e infine l’angelo con la sacra famiglia, attraverso il racconto della vita quotidiana, riescono con straordinaria efficacia a restituire al pubblico la memoria e il tempo. E proprio come nella vita di tutti i giorni durante lo spettacolo si ride e, con un po’ di “pucundria”, si piange, ma subito dopo ci si elettrizza con le tammurriate e le pizziche, e mentre si ascoltano cunti e canti che vestono i moti dell’anima, si rivive la storia del territorio amato.
Il finale è lo splendore e la meraviglia di sempre: la celebrazione della Natività, l’essenza del messaggio cristiano, il fulcro dell’esistenza. Ed è allora che si oltrepassa la rappresentazione perché lo spettatore porta con sé, custodito gelosamente, il vero spirito del Natale.
Provare per credere! E adesso bisogna solo ascoltare l’atavico richiamo e avviarsi come i pastori verso la cripta ed essa si aprirà come le vecchie scatole di cartone e lascerà uscire statuine di gesso che raccontando il Natale alla maniera antica, celebrano arte e tradizione che costituiscono un autentico patrimonio sociale e culturale che appartiene a tutti noi.










