È il Vesuvio il protagonista assoluto di “Luogo comune”, la mostra visitabile da oggi fino al 30 gennaio nella Cappella Zurlo di largo Piscinale a Boscoreale. L’esposizione, a cura di Pietro Migliaccio e Giorgio Simeoli, è organizzata dal Comune di Boscoreale in collaborazione con l’associazione Il Melograno e propone una serie di opere digitali che rileggono il simbolo per eccellenza del territorio vesuviano.
«Questa mostra – sottolineano i dirigenti dell’associazione Il Melograno – vuole essere un’occasione di incontro e scoperta per l’intera comunità di Boscoreale e per tutti coloro che vorranno visitarla. La scelta di ospitare l’evento nella splendida Cappella Zurlo nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio che ci appartiene e di mantenere vive le ricchezze artistiche di queste terre, aprendole a chiunque desideri avvicinarsi».
Nella presentazione della mostra, Beatrice Salvatore definisce Luogo comune come «il punto di incontro ideale di due artisti nativi di San Giorgio a Cremano che celebrano, ciascuno con il proprio sguardo, il simbolo di questa terra: il Vesuvio». Attraverso immagini elaborate digitalmente, Simeoli e Migliaccio rappresentano, svelano e trasfigurano il profilo della montagna, giocando con una visione paesaggistica entrata ormai in un immaginario culturale universale. Un archetipo che, da secoli, alimenta storie, leggende e fantasie, e che vive “sottopelle” come magma vitale e come terra nera e arsa.
Due artisti diversi per formazione e ricerca, ma accomunati dall’amore per le proprie radici, si confrontano attraverso il linguaggio pittorico e paesaggistico. Dai paesaggisti della Scuola di Posillipo fino ad Andy Warhol, che ne colse la forza simbolica, il Vesuvio è stato rappresentato come Grande Madre, principio di vita e di fragilità, presenza costante che ha influenzato artisti, poeti e compositori.
Enigma e mistero, ma anche cartolina e souvenir, il Vesuvio diventa così un “luogo comune” nel senso più profondo del termine: un segno condiviso, familiare e al tempo stesso da riscoprire. Ed è proprio su questo concetto che i due artisti, cresciuti all’ombra del vulcano, hanno deciso di “giocare”, offrendo due diverse angolazioni e due modi di guardare, invitando il pubblico a rovesciare continuamente il proprio punto di vista, andando oltre i luoghi comuni.
Pietro Migliaccio, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, vive ad Avignone, dove lavora come progettista grafico e fotografo, dopo esperienze in Francia e Uruguay. Giorgio Simeoli, anch’egli diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, insegna Arte e Immagine e opera in diversi ambiti espressivi, dalla pittura all’incisione, dall’illustrazione alla fotografia.










