La Procura per i Minorenni di Napoli ha emesso in data odierna un provvedimento di fermo nei confronti di quattro minorenni, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, ritenuti coinvolti nella violenta aggressione avvenuta nella notte del 27 dicembre nel cuore della movida giovanile di Chiaia, alla presenza di numerose persone. Il fermo è stato eseguito dal Nucleo Operativo Napoli Centro al termine di indagini serrate avviate immediatamente dopo i fatti.
L’aggressione nella notte tra i baretti di Chiaia
L’episodio si è consumato in via Bisignano, nella zona dei baretti di Chiaia, ancora affollata nelle ore notturne. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, cinque giovanissimi, tutti a volto scoperto, sono giunti sul posto a bordo di due potenti scooter. Una volta scesi, si sono diretti verso la vittima, Bruno Petrone, 18 anni, incensurato, giovane promessa calcistica in forza all’Angri. Il gruppo lo ha accerchiato, urlandogli contro, prima che uno di loro estraesse un coltello e iniziasse a colpirlo. Il ragazzo è stato ferito con due coltellate, una al fianco sinistro e una al ventre, sotto gli occhi atterriti di clienti e passanti.
Il panico e la fuga degli aggressori
Dopo i fendenti, Bruno Petrone ha iniziato a barcollare, cadendo a terra e perdendo molto sangue. La scena ha scatenato il panico tra le persone presenti, che si sono date alla fuga terrorizzate. Subito dopo, il gruppo è risalito sugli scooter e si è allontanato rapidamente, facendo perdere le proprie tracce. L’aggressione potrebbe essere stata ripresa da una telecamera che inquadra il luogo del raid.
I soccorsi e l’intervento chirurgico d’urgenza
Scattato l’allarme, sul posto è giunta immediatamente una pattuglia dei carabinieri in servizio nella zona, ma degli aggressori non vi era più alcuna traccia. Bruno Petrone è stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Le sue condizioni sono apparse fin da subito gravissime. Prima dell’alba il giovane è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico: i medici hanno dovuto procedere all’asportazione della milza, gravemente lesionata da uno dei colpi di lama. Successivamente è stato trasferito in rianimazione, intubato e mantenuto sotto sedazione farmacologica. Solo dopo alcune ore, grazie a un significativo miglioramento, è stata sospesa la ventilazione artificiale.
Le indagini e le immagini di videosorveglianza
Grazie al tempestivo intervento sul luogo dei fatti, i carabinieri della Compagnia Napoli Centro hanno avviato immediatamente una complessa attività investigativa. Sono state raccolte numerose testimonianze e acquisite le immagini dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati presenti nella zona. L’analisi dei filmati ha consentito di ricostruire la dinamica dell’aggressione e di individuare i ciclomotori utilizzati dai cinque aggressori per raggiungere il luogo del raid.
La svolta: i cinque minorenni si costituiscono
La svolta nelle indagini è arrivata a meno di ventiquattr’ore dall’aggressione. Nella serata di ieri, cinque minorenni, accompagnati dai rispettivi avvocati, si sono presentati presso la Caserma Pastrengo, sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli. Qui sono stati lungamente interrogati dal sostituto procuratore della Procura per i Minorenni di Napoli, guidata da Patrizia Imparato. Durante l’interrogatorio, un 15enne ha ammesso di essere l’autore materiale delle coltellate, dichiarando: «Sono io che ho accoltellato quel ragazzo».
Il fermo di quattro minori e il trasferimento al CPA
Al termine degli interrogatori, la Procura per i Minorenni ha disposto il fermo per quattro dei cinque minorenni ascoltati. I giovani sono stati condotti presso il Centro di Prima Accoglienza dei Colli Aminei, dove restano a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa dell’udienza di convalida. La posizione del quinto minore è al vaglio degli inquirenti.
Il presunto movente e il precedente litigio
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’accoltellamento sarebbe riconducibile a un regolamento di conti per un litigio precedente. Tutti i protagonisti della vicenda, sia i cinque aggressori sia la vittima, sarebbero originari del quartiere Arenaccia. Proprio in quella zona, nei giorni precedenti, si sarebbe verificato uno scontro, forse per futili motivi, come uno sguardo di troppo, degenerato poi nella violenta aggressione avvenuta a Chiaia.
Accoltellamento di Bruno Petrone, svolta nelle indagini: due minorenni si presentano ai carabinieri
Chi è Bruno Petrone
Bruno Petrone, 18 anni, è un giovane calciatore dell’Angri, considerato una promessa del calcio. Originario di Gaeta, vive da tempo con la famiglia nel quartiere Arenaccia. È descritto come un ragazzo solare, estraneo a contesti violenti o criminali. Al momento non è ancora in grado di parlare con gli inquirenti né di ricostruire quanto accaduto, a causa delle condizioni cliniche e del percorso di recupero ancora in corso.
Lo sgomento nel quartiere e tra i familiari
La notizia dell’aggressione ha suscitato sgomento e dolore nel quartiere Arenaccia, tra familiari, amici e compagni di squadra del giovane. La madre del ragazzo, secondo quanto riferito, è sconvolta e non riesce a darsi pace per quanto accaduto. Restano ancora da chiarire nel dettaglio le ragioni che hanno portato a quella che gli investigatori considerano una vera e propria imboscata, scaturita, secondo le prime ricostruzioni, da motivi futili.









