Ha rassegnato le sue dimissioni da consigliere comunale del Pd a Castellammare di Stabia, Sandro Ruotolo che poi questa mattina ha pubblicato sui suoi canali social una lunga lettera. Una lettera che suona, per certi versi, come una resa personale ad una situazione politico-amministrativa che di ambiguità ne presenta fin troppe. Molte più criticità in un centrosinistra che doveva essere baluardo alla criminalità organizzata in confronto alla precedente giunta Cimmino mandata a casa per camorra con una sentenza preventiva, ma senza prove oggettive, come poi sancito a seguito dei ricorsi in Consiglio di Stato.

Le responsabilità del sindaco Vicinanza

Una macigno che colpisce il primo cittadino Luigi Vicinanza e la sua compagine amministrativa, parole durissime per una città soffocata da una politica incapace di contrapporsi in maniera seria a un sottobosco criminale che troppo spesso ne condiziona in maniera inaccettabile la vita amministrativa. Ruotolo che fino a questa mattina era componente della maggioranza non risparmia in nessun modo l’amministrazione di centrosinistra: “Non è stata un argine alla camorra”.
I voti ambigui che avrebbero condizionato l’elezione di alcuni consiglieri comunali sono gli stessi che il primo cittadino ha accumulato per vincere la corsa elettorale. La magistratura indaga su intercettazioni, e presunti scambi di “favori” che hanno determinato il risultato politico.

Le dimissioni dal consiglio comunale dopo il voto al bilancio

Ruotolo aveva già tuonato il suo dissenso ma poi ha votato il bilancio: “L’ho fatto per senso di responsabilità verso la città e per rispetto dell’istituzione consiliare: Castellammare ha bisogno di certezze amministrative e di continuità nei servizi essenziali”, ha dichiarato nella lettera affidata ai social, ma qualcosa comunque non torna. Se ritiene l’amministrazione degna di essere sciolta, e se pensa, come dichiarato nella lettera che le dimissioni del sindaco sarebbero un toccasana per la città, per il confronto politico e per ridare a Castellammare un’amministrazione trasparente nel segno della legalità, non avrebbe dovuto votare favorevolmente il documento finanziario.

In ogni caso oggi Castellammare continua a “galleggiare”, ma le falle continuano ad aprirsi nel debole scafo stabiese, si imbarca sempre più acqua e sarebbe ormai ora di prendere una decisione seria e coerente per il bene ed il futuro della città e di tutti i cittadini della città, una volta, delle acque.

La lettera di Sandro Ruotolo

«Lascio il Consiglio comunale di Castellammare di Stabia dopo aver espresso il voto favorevole al bilancio. L’ho fatto per senso di responsabilità verso la città e per rispetto dell’istituzione consiliare: Castellammare ha bisogno di certezze amministrative e di continuità nei servizi essenziali. Questa amministrazione, però, non è stata all’altezza della situazione. Non è stata un argine alla camorra. Dopo l’approvazione del bilancio, il sindaco Vicinanza ha dichiarato che con le sue dimissioni vincerebbe la camorra. Io penso il contrario. Le sue dimissioni imporrebbero ai partiti una riflessione seria sul ruolo delle liste civiche. La camorra prospera dove la politica è debole e trova terreno fertile nel cosiddetto civismo, nel proliferare di liste civiche dell’ultimo minuto, veri e propri comitati elettorali del “partito degli eletti”.

Anche nell’ipotesi di uno scioglimento del Comune per infiltrazioni camorristiche, esisterebbero tempo e spazio per ricostruire un rapporto sano, trasparente e credibile tra politica e cittadini. Quando ho accettato la candidatura proposta dal Partito Democratico, come capolista alle ultime elezioni comunali, mi sono assunto un impegno preciso: essere un punto di riferimento nella battaglia per la legalità, contro la camorra e per la trasparenza della vita amministrativa. Castellammare veniva da uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche e da un lungo commissariamento.

Quelle elezioni hanno rappresentato il ritorno alla democrazia e avrebbero dovuto segnare una discontinuità netta. Per questo ho messo a disposizione della città la mia storia, il mio lavoro, la mia credibilità. In questi mesi ho cercato di svolgere fino in fondo quel ruolo. Insieme all’Università Federico II di Napoli abbiamo costruito l’Osservatorio sulla camorra stabiese: un lavoro serio e documentato che ha analizzato dinamiche elettorali e territoriali delicate, soprattutto nei quartieri a più alto rischio criminale, dove sono emerse criticità anche in relazione al voto e al coinvolgimento di consiglieri comunali di maggioranza. Nel frattempo è cresciuta l’attenzione della magistratura antimafia e della Prefettura sull’azione amministrativa del Comune. È un dato di fatto che interpella tutti e richiama a un alto senso di responsabilità istituzionale.

Sono emersi collegamenti tra esponenti del Consiglio comunale e la criminalità organizzata: rapporti di parentela e intercettazioni telefoniche tra figure apicali dei clan e consiglieri comunali. Ritengo, a questo punto, di aver esaurito la funzione per la quale sono stato eletto: quella di essere un presidio politico e civile nella battaglia per la legalità e contro la camorra. Continuare a sedere in quest’Aula non aggiungerebbe nulla a un impegno che per me resta inderogabile.

Per coerenza con il mandato ricevuto, per rispetto verso la città e verso la mia storia personale e istituzionale, ho quindi rassegnato le dimissioni da consigliere comunale di Castellammare di Stabia. La lotta alla camorra non ammette ambiguità. Io continuerò questa battaglia, senza compromessi, come ho sempre fatto, dentro e fuori le istituzioni. Castellammare merita trasparenza, legalità e fiducia nel futuro».

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