Da qualche tempo la sfera che rotola sui rettangoli verde dei campi di calcio aveva assunto un colore poco usuale per gli amanti della tradizione: era diventato arancione. Ma cosa c’era dietro questa scelta? Questione di marketing o solo di migliorare la visione delle azioni nelle partite di calcio in TV? Il razionale era che una sfera colorata avrebbe permesso una migliore visione dell’azione e quindi della partita alle velocità aumentate delle partite di calcio, specie quando c’è cattivo tempo e in caso di condizioni atmosferiche più avverse e meno illuminate.
Ma nel prendere questa scelta non si era probabilmente tenuto in conto che la visione per le persone daltoniche sarebbe potuta essere disturbata o inibita , in quanto queste persone affette da tale disturbo non distinguevano in TV il colore della sfera misto al colore verde del rettangolo di gioco. Istanze assolutamente plausibili da non essere sottovalutate.
Il daltonismo è una condizione caratterizzata dall’incapacità, totale o parziale, di distinguere i colori. Il disturbo che può essere congenito o sopraggiungere con il tempo a cause di patologie afferenti alla vista, è una condizione visiva caratterizzata dall’incapacità di percepire correttamente i colori, principalmente a causa di anomalie genetiche che influenzano i coni retinici. Fu per la prima volta scoperto dal chimico John Dalton, da cui il disturbo derivò il nome e in quanto egli stesso affetto, a fine 1800,
La decisione del presidente della Lega di Serie A , Elia Maria Simonelli, è stata quella di tornare all’antico e di tornare alla sfera bianca o gialla per le partite della stagione invernale.
Le dichiarazioni del presidente di Lega serie A alla trasmissione Radio Anch’io Sport di Rai Radio 1
Il presidente Elia Maria Simonelli è chiaro nella sua intervista alla trasmissione di Radio Rai:
“Abbiamo ricevuto tante giuste proteste su questo, ci sono persone che non riescono a vederlo per il daltonismo. Abbiamo chiesto al nostro fornitore di anticipare la fornitura di nuovi palloni .”
Per ovviare al problema che impedisce la visione a circa 2,5 milioni di telespettatori italiani ci vorranno delle tempistiche fisiologiche, visto che ci sono problemi di pianificazione delle forniture dal fornitore ufficiale dei palloni.
Infatti, il presidente ha così dichiarato in trasmissione:
“Per ogni partita servono 25 palloni, sono 500 palloni a settimana più quelli che diamo alle squadre per gli allenamenti. Hanno messo in produzione tutti i nuovi palloni con un colore che si possa vedere, ma ci vorrà qualche tempo prima che si possa sostituire questo arancione”.
La decisione finale sarà quindi quella di tornare quindi al pallone di colore bianco oppure giallo. In ogni caso, per le partite da disputare con condizione climatiche invernale (in caso di pioggia, neve o nebbia) la migliore scelta, secondo gli esperti di daltonismo, sarebbe utilizzare palloni di colore più scuro, tipo nero o marrone.
Quale la “lesson learnt” , in termini “qualitatesi” come si è appreso in termini preventivi, da questa sorta di flop, riconosciuta dai vertici federali? Si è fatta “customer care” mettendo il cliente, cioè il tifoso di calcio che assiste ai match in tv a pagamento, al centro dell’attenzione, contribuendo conseguentemente alla sua soddisfazione, tenendo in conto tutte le possibili esigenze?
La riflessione è che per prendere delle decisioni a 360 gradi, che possono impattare su “fette” specifiche di clienti, bisogna tenere in contro tutte le condizioni al contorno, valutandone rischi e opportunità. Perché non tornare alla sana e vecchia tradizione del pallone bianco con gli esagoni neri? Potrebbe essere un’occasione anche per ritornare a essere “vintage” rimanendo moderni all’epoca del VAR e dei vari supporti esterni tipo “gol line technology”
Per sua maestà “Il Pallone” sarebbe l’occasione buona di impossessarsi di nuovo delle sue caratteristiche identitarie per il “gioco più bello del mondo”.
Domenico Ferraro









