Nola, operazione “Onda d’urto”: sequestrate 26 tonnellate di surgelati scaduti

Nel primo pomeriggio di martedì 28 dicembre 2010, dopo un’intensa attività investigativa, gli uomini della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata hanno rinvenuto circa 25 tonnellate di pesce di vario genere scaduto.

L’illecito prodotto è stato trovato all’interno di una grosso centro di lavorazione e distribuzione di prodotti alimentari all’ingrosso sito in Nola alla via Boscofangone, zona ASI.

L’ingente quantitativo, fin’ora mai rinvenuto dagli uomini della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, era quasi sicuramente pronto per essere immesso illegalmente sul mercato per giungere sulle tavole degli ignari consumatori che in questi giorni si apprestano a preparare il menù di Capodanno.

Il prodotto, scaduto a partire dal 2007, è stato immediatamente sottoposto a sequestro giudiziario in attesa che la locale Autorità Giudiziaria né disponga la confisca e successiva distruzione, mentre i gestori dell’intero stabilimento sono stati deferiti alla Procura della Repubblica per le ipotesi di reato di frode in commercio e detenzione di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione.

All’operazione, che ha prodotto così lusinghieri risultati, ha partecipato anche la locale ASL che ha constatato la non commerciabilità della merce rinvenuta, in quanto scaduta da tempo.

Questa ennesima operazione si aggiunge all’altra già eseguita nei giorni scorsi dalla Guardia Costiera di Castellammare di Stabia in località Piano di Sorrento e che ha portato al sequestro di un deposito intento a immettere sul mercato, in occasione delle festività natalizie, pesce congelato scaduto dal 2002.

“Azioni queste – e dichiara il Comandante della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia – Giuseppe Menna, poste in essere nell’esclusivo interesse dei consumatori i quali, soprattutto in questi giorni di festa ove la richiesta è notevole, sono spesso vittime inconsapevoli di venditori disonesti che senza farsi alcuno scrupolo e pur di accumulare danaro, immettono sul mercato prodotti che costituiscono un serio rischio per la salute pubblica”.

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