Presentato il volume di Giuseppe Guadagno “Campania antica, storia e Archeologia”

Venerdì scorso è stato presentato, nella Biblioteca Comunale di Torre Annunziata, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, diretto dalla Professoressa e ricercatrice Maria Elefante e sotto la sua personale regia, un bellissimo lavoro del Professore Giuseppe Guadagno, docente di Storia Romana ed Epigrafia Latina presso l’Università di Salerno.

Campania Antica, storia, archeologia, vita quotidiana è il titolo del volume, edizioni Vereja, che attraverso un uso moderno, scientifico e critico dello strumento “ epigrafico” accompagna il lettore, anche quello non specialistico, incuriosendolo paragrafo dopo paragrafo, in un racconto storico dinamico che va costruendosi come un film, per immagini che scaturiscono quasi per incanto dall’analisi di una epigrafe appena scoperta o che era lì, alla luce, ma non interpretata e rimasta fuori dal proprio tempo. Flashback improvvisi che interrompono la sequenza per riportare il tempo e il racconto stesso indietro di secoli e anche, a volte, di ere. Il racconto, sempre scientificamente appuntato, a volte in linea con la storiografia tradizionale ma più spesso critico, ci disegna nuovi e più originali scenari della Campania pre-romana spingendosi fin quasi al primo  millennio A.C.

Partendo da una diversa interpretazione di epigrafi in simbiosi con reperti documentali di natura archeologica che illustrano e fanno rivivere in qualche modo la “ cultura” delle popolazioni o tribù autoctone e le infiltrazioni di altre culture di gruppi confinanti, si inseriscono tasselli storici più coerenti là dove si evidenziavano vuoti o incongruenze.

Dopo un percorso di oltre un millennio, dall’epoca pre_romana fino all’alto Medio Evo, in cui prende corpo  e si delinea, storicamente, culturalmente e geograficamente la Campania Felix, l’Autore nella seconda parte del volume si sofferma , in maniera sempre puntuale e documentata, sulle “ pulsazioni climatiche” e sulla loro possibile influenza nel determinare  crisi e  decadenze di  società avanzate o viceversa riprese e sviluppo dopo la decadenza.  Senza soluzione di continuità il racconto prosegue aprendo finestre sulle principali colture e produzioni agricole che  hanno caratterizzato i territori della Campania Felix fino alla soglia dell’era moderna allorché la civiltà “ industriale” ha sostituito la civiltà contadina. Il lettore può immergersi, sempre accompagnato da descrizioni epigrafiche, archeologiche, linguistiche e topografiche, negli antichi scenari dell’ager Falernus dove si è generato il vino “ Falerno”, nelle sue tre specifiche qualità, già noto ai Romani e decantato da Plinio il Vecchio seppure in una ottica minoritaria rispetto ai vini greci, e l’influenza che questo settore produttivo ha avuto nel corso della Storia sulla evoluzione delle popolazioni dell’area.

E poi ancora la storia dei vitigni, l’arrivo dei bufali, la mozzarella e i formaggi di Terra di Lavoro e….. altro ancora.

Questo volume, pur essendo ricco di date, annotazioni, riferimenti, confronti, critiche, che lo fanno adatto ad un lettore esperto o allo studioso, per il linguaggio chiaro e scorrevole, trascinante a volte quasi come il linguaggio del teatro, che dà della Storia una visione non racchiusa nel dato asettico ma quel  dato fa rivivere attraverso la descrizione spazio-temporale del possibile vissuto, lo rende appetibile allo studente come al lettore medio. E’ un testo che tutte le Biblioteche e Scuole della Campania dovrebbero avere e che ogni Cittadino campano dovrebbe leggere per comprendere come siamo passati dall’essere “Aurunci” o “Osci” all’essere Italiani e Campani del Terzo Millennio e  chiederci, dopo averla  conosciuta attraverso la lettura, cosa è rimasta della Campania Felix… ma questa è storia che è ancora da scrivere.

A margine della presentazione, Maria Elefante ha mostrato al pubblico presente una interessante serie di volumi storici del periodo borbonico che sono stati ritrovati e rimessi in circolo in occasione delle celebrazioni del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia.

Felice Morrone

 

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