Le donne del Pd di Napoli scendono in campo per difendere il gentil sesso, in particolar modo quello meridionale, innanzitutto dalle ripercussioni della crisi economico-sociale in atto, ma soprattutto, per contrastare la diffusione di un’immagine distorta della donna, che la vorrebbe mercificata, spogliata e in vendita offerta al miglior acquirente:“una proposta umiliante che non viene avanzata solo dalla tv berlusconiana, ma anche purtroppo da quella pubblica”, come ha scritto recentemente Miriam Mafai dalle colonne de La Repubblica. Quale miglior occasione per incanalare la loro indignazione se non nell’ambito della due giorni dal titolo “…E le donne pagano di più” tenutasi presso la Fonderia Righetti di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano lo scorso week-end. Tanti gli esponenti illustri del Pd, come Assunta Tartaglione, coordinatrice provinciale, Valeria Valente, coordinatrice regionale, Andrea Orlando, commissario provinciale, il senatore Enrico Morando, il vice presidente nazionale Ivan Scalfarotto, le senatrici Annamaria Carloni, Teresa Armato , Maria Fortuna Incostante, Maria Grazia Pagano e la deputata Luisa Bossa. A fare gli onori di casa il sindaco di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano, il presidente del consiglio comunale Ciro Sarno e il segretario cittadino Roberto Pirozzi. Due giorni di dibattiti, uno dedicato alla questione femminile di cui sopra e l’altro incentrato sulle possibili alleanze che i partiti di centrosinistra formeranno in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno e poi delle politiche. Ma protagoniste sono sempre state loro, le donne. “Le donne devono diventare motore del paese – dice il sindaco Mimmo Giorgiano – la grande novità del Pd non è quella di avere tante donne in lista ma che le donne diventano protagoniste nella soluzione dei problemi dell’Italia. Nel programma del Partito Democratico, infatti, si parla di aumentare l’occupazione rosa, dare sostegno ai figli, e fare crescere i servizi sociali per una grande leva dello sviluppo e della modernizzazione del paese. Noi come amministrazione siamo molto sensibili al ruolo delle donne, in politica e non, attenti nel salvaguardare i loro diritti, a preservare la loro dignità e a promuoverne un’immagine positiva in tutti gli ambienti, a partire dal sociale. La presenza di due donne in giunta (l’assessore alle Politiche Sociali Luciana Cautela e quello allo Sviluppo Economico Maria Elena Sassone ndr) sta a dimostrare tutto questo”. Le donne del Pd chiedono le dimissioni di Berlusconi e in una lettera denunciano “il degrado che emerge dal quadro delle intercettazioni in cui è coinvolto il Presidente del consiglio. Siamo di fronte alla conferma di un sistema fondato sullo scambio tra sesso, potere e denaro, sui ricatti reciproci, su donne trattate come carte di una mano di poker dove la posta in gioco sono appalti, favori, poltrone e soldi, tanti soldi. Le donne sono merce di scambio nei festini privati del premier e sono state punite da una manovra finanziaria che su di loro scarica l’onere maggiore del risanamento dei conti pubblici, sono l’ultima risorsa da spremere per tagli che non ci faranno uscire dalla crisi. La rappresentazione pubblica delle donne e la considerazione del loro ruolo nella società si intrecciano. Al contrario, noi pensiamo che le donne italiane possano davvero rappresentare la riscossa civile economica e sociale del paese e per uscire dalla crisi è necessario ricostruire un nuovo patto sociale che metta al centro la loro vita, le loro capacità, le loro aspettative”.
Claudio Di Paola