Quella strana cosa blues partenopea è ancora viva, tra mille difficoltà di una vita così simile a quella che tutti conduciamo, e ci prova a dire la sua per la seconda volta. Solo sapere che Mario Insegna non si è arreso, e che gli amici vecchi e nuovi gli hanno dato una mano, recitando la loro parte nella commedia, è una gioia.
Che piaccia o non piaccia, il blues napoletano ha una sensualità particolare, c’è dentro un po’ di malinconia poetica della tradizione mediterranea, e l’ironia dissacrante come unico rimedio alle tragedie quotidiane. Pulcinella sarebbe soddisfatto. In fondo è una presa in giro, un bluesman che canta “Impiegato”, elogiando i vantaggi di uno stipendio, per avere senza troppa fatica, una vita agiata, il sogno di qualunque madre….
I Blue Stuff calcano le scene ormai da più di 20 anni, collezionando una ricca e profonda esperienza musicale in Europa e negli Stati Uniti.
Citiamo alcune collaborazioni: Lousiana Red, Edoardo Bennato (alias Joe Sarnataro), Roberto Ciotti e tanti altri.
All’attivo tre album pubblicati (da non perdere “L’Acqua è poca”).
Il singolare e ottimo connubio tra le 12 battute del blues dei maestri e gli allegri e impegnati testi quasi tutti rigorosamente in lingua madre (leggasi NAPOLETANO), costituisce indubbiamente l’originale carta d’identità’ musicale e culturale del gruppo partenopeo e del suo indiscusso trascinatore e capo carismatico Mario Insenga.
Ritmo sempre travolgente e incisivo, professionale e divertente, vitale e sorprendente, mai noioso. Una vera iniezione di energian positiva per tutti coloro che hanno la fortuna di ascoltarli e … vederli.