Crollo a via San Nicola: dopo lo smottamento di un terrapieno, avvenuto lo scorso mese di gennaio, la strada non è stata ancora liberata dal terreno mentre la parrocchia ed il suo oratorio sono ancora isolati. A seguito di quella frana, a cedere fu un terrapieno di un giardino privato, furono schiacciate dai detriti quattro automobili parcheggiate in strada e per poco non si sfiorò la tragedia visto che pochi attimi prima del crollo una donna con sua figlia erano appena scese dalla loro auto. A circa due mesi da quell’episodio la strada è stata solo transennata: non può essere chiusa totalmente perchè unica arteria che porta al quartiere Privati, nella zona collinare di Castellammare. Non si capisce ancora per quale motivo la proprietaria, pur avendo avuto già l’ok dal Comune, non provvede all’opera di ripristino dei luoghi. I residenti della zona sono preoccupati, infatti la restante parte del terrapieno potrebbe riversarsi in strada da un momento all’altro. Così come la palazzina che è nelle vicinanze, la cui proprietaria è la stessa del giardino privato. Intanto stando ad alcune perizie tecniche effettuate a determinare il crollo sarebbe stata la realizzazione di un muro in blocchi di lapilli di 1 metro e 20 centimetri proprio al di sopra del muro antico aumentando così la volumetria del terreno che, appesantito dalle piogge, avrebbe gravato su di un muro che in origine risultava essere stato progettato per sopportare una quantità inferiore di terreno e quindi una minore pressione. Al di là delle cause, se malauguratamente si dovesse verificare un ulteriore crollo la strada verrebbe totalmente ostruita da fango e terreno. Il rischio è
che oltre 2000 residenti di Privati possano restare isolati. Circa 350 nuclei familiari che vivono nella paura di restare isolati nel proprio quartiere o peggio ancora lontano dalle proprie case. Senza contare il fatto che nella parrocchia di San Nicola c’è un oratorio è frequentato da più di cento bambini, unico punto di riferimento che ad ora non è più fruibile. Tutto questo quando quella zona è stata dichiarata inagibile. Tra le altre cose da sottolineare – meno importante rispetto al rischio di un nuovo crollo ma comunque di rilievo – è il danno storico-artistico portato dallo smottamento dello scorso mese di gennaio: il terrapieno ha raso al suolo un muro risalente al ‘700 dell’epoca dei Borboni, in più è stato distrutto il cancello della chiesa parrocchiale della metà dell’800, forgiato a fuoco senza nessuna saldatura ed infine ha subito danni anche la prima parte della rampa di scale in pietra lavica (piperni) che consente l’accesso alla chiesa.