C’era una volta; così inizia questa favola, come tutte del resto. Un gatto viene travolto da un’auto e muore. Pietosamente viene tolto dalla strada e sistemato accanto al marciapiede. Inizia la sua lenta decomposizione. Passa un giorno, due, fino a quando un povero uomo decide di fare qualcosa, perché la puzza emanata è insopportabile. Il povero uomo si rivolge al comando vigili per il prelievo dell’animale. “Non è compito nostro – rispondono – provate all’ASL ufficio veterinario”. Il povero uomo si incammina per la strada in salita, cammina a piedi e dopo tanto peregrinare trova un addetto: “Sì, il prelievo spetta a noi, ma se il comando vigili non ci invia un fax, non se ne fa nulla”. Il povero uomo torna al comando vigili e invita l’addetto a fare il fax, che parte regolarmente. Pensi che il giorno dopo l’animale sia stato tolto dal marciapiede, invece è ancora lì. Il povero uomo telefona all’ufficio veterinario, macché, nessuno risponde. Il povero uomo ritorna all’ASL: “Il gatto non è stato ancora prelevato, come la mettiamo?”. “Abbiamo contattato una ditta di Sarno, verrà domani”. Il domani è arrivato e pure passato, ma l’animale sta sempre lì. Sono trascorsi 6 giorni. Il fetore della morte si avverte di meno, sono rimasti solo la pelle e i peli dello sfortunato gatto. La favola non è una favola, è una triste vicenda che è capitata a chi scrive (il povero uomo sono io) che avrebbe voluto fare qualcosa, ma non è stato possibile fare niente. Ognuno faccia le proprie considerazioni. Per la cronaca il fatto è realmente accaduto a Gragnano.
Catello Filosa, ProNatura