Ercolano nelle spire di un crimine organizzato formato da insospettabili “colletti bianchi” : questa intuizione più volte da noi evidenziata in passato troverebbe oggi ampio riscontro dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
Dopo gli ultimi arresti in paese che hanno posto fine ad un ramificatissimo giro di usura tra Ercolano e Portici gli inquirenti sembrerebbero concentrati sull’identificazione di professionisti della Ercolano bene i cui ruoli apicali potrebbero fornire finalmente la vera mappa del sistema malavitoso vesuviano. Non si tratta infatti di cellule isolate ma al contrario di un unico grande sodalizio che vedrebbe compartecipazioni “azionarie” ( in termini di uomini e mezzi) di potenti clan campani. Dai Gionta di Torre Annunziata ai Mazzarella di San Giovanni a Teduccio, dai Lago di Pianura agli agguerriti casalesi la mala ercolanese vanterebbe legami eccellenti con gruppi criminali dalla capacità offensiva impressionante.
D’altro canto misteri irrisolti nella comunità degli scavi non mancano, delitti eccellenti commessi anche in ambiente politico a tutt’oggi senza esecutori e mandanti assicurati alla giustizia. Finalmente le rivelazioni di pezzi da novanta storici della camorra ercolanese ( del calibro del boss Giovanni Durantini “boninsegna” e della agguerritissima famiglia Savino “vuoti a perdere”) passati a collaborare con lo Stato potrebbero dissolvere lo spesso muro di polvere che per troppi anni ha celato i veri responsabili di una violenta rappresentazione teatrale in cui a figurare sono state quasi sempre scarne comparse. Alcune indiscrezioni in ambienti investigativi parlerebbero di colpi di scena a breve all’interno della Ercolano insospettabile: ci si augura che una volta per tutte la verità venga a galla nel rispetto della legalità e del vivere civile per troppo tempo negati alla cittadina degli scavi.
Alfonso Maria Liguori