Carcere duro per il boss della Vanella Grassi Umberto Accurso: senza dubbio alcuno l’Antimafia ha ritenuto il giovane ras ancora in grado di comandare la cosca in regime di detenzione ordinaria. Inevitabile quindi da parte dei giudici la decisione di adottare il provvedimento detentivo 41bis nei confronti di Umberto Accurso.
Fratello del ras pentito Antonio Umberto Accurso rappresenta l’anima carismatica e violenta della Vanella Grassi: auto e moto di grossa cilindrata, abbigliamento griffato, vacanze di lusso facevano parte dello stile di vita di un boss mandante di numerosi omicidi di camorra. Accurso avrebbe secondo gli inquirenti sfidato addirittura lo Stato apertamente: gli si attribuirebbe la regia del raid contro la stazione dei carabinieri di Secondigliano (esplosi circa trenta colpi di kalashnikov contro le mura dello stabile in piena notte) quale rappresaglia contro la decisione del tribunale di allontanare i figli dalla casa del boss.
Appena 24enne Umberto Accurso godrebbe di un ascendente fortissimo tra i giovani del posto: un capo da rispettare che da spazio ai ragazzi del sistema consentendogli di sostenere tenori di vita agiati e di godere del rispetto della gente. Ovviamente tutto travisato dalla miseria e dell’ignoranza che da sempre opprime chi vive in ghetti ad arte voluti e mantenuti dai cattivi politici. Mai campagne preventive concrete messe in essere per aiutare le fasce più esposte della società, occupazione e sana aggregazione contro lo strapotere della camorra.
Tempo addietro avevamo intervistato, garantendogli l’anonimato, un simpatizzante della Vanella Grassi che dopo averci fatto fotografare fiero il tatuaggio identificativo del clan aveva aggiunto: “Lo Stato ci vorrebbe cani di pecora, ci tratta da sempre come persone di serie b e i politici vengono da noi solo per comprare voti. Allora noi quello che la società ci rifiuta ce lo prendiamo con la forza. Meglio morire con dignità da giovani e con rispetto che strisciare sottomessi per tutta la vita”.
Parole che dovrebbero scuotere la coscienza dei signori politici, degli amministratori a livello sia locale che centrale ma che finiscono invece nel vuoto. Ai potenti fanno comodo certi contesti, si lucra meglio sulla disperazione della povera gente e sull’ignoranza di chi crede di potersi sostituire allo Stato vedendo nello stesso un rivale “camorrista” e non una sacra istituzione.
Alfonso Maria Liguori