Napoli, svolta nelle indagini sull’omicidio di Vittorio Vastarello

omicidioSvolta nelle indagini sull’omicidio di Vittorio Vastarello: secondo gli 007 della polizia a sentenziare la condanna a morte dell’esponente di spicco dell’omonimo clan i rivali Sequino-Savarese, operanti sempre nel Rione Sanità e in rotta con i Vastarella. I Sequino – Savarese mirerebbero ad imporre la loro leadership criminale nella zona sterminando, nel vero senso della parola, i Vastarella che non godrebbero di particolare consensi popolari.

Pare infatti che i ras della sanità taccheggino continuamente anche piccole attività commerciali esasperando la già precaria condizione di chi a stento riesce ad andare avanti. Si sa che in certe realtà dove la miseria regna sovrana chi da il pane “viene padre” mentre chi “lo toglie” nemico mortale. Perché sia chiaro che qui di fame si parla , nel senso letterale del termine.

Non si può comprendere la perfida logica della camorra se non si comprende a fondo questo passaggio. Sulla miseria, sull’ignoranza e sulla disperazione della povera gente fanno leva i camorristi comprando giovani vite per poche centinaia di euro e imponendo una sottomissione psicologica nel quartiere difficilmente sradicabile dalle menti di chi dalla vita non ha ricevuto alcun che di buono, pulito, trasparente.

Ecco che non basta riempire la città di volanti, di unità ornamentali dell’esercito per quanto meno arginare il crimine organizzato: lo ribadiremo all’infinito che senza scolarizzazione adeguata, occupazione e sana aggregazione la guerra con la camorra è persa in partenza. Paradossalmente a Napoli si ha quasi l’impressione che tutto si muova perché in realtà nulla muti. Perché? Perché nel torbido i potenti sguazzano, ci si arricchisce meglio usando i camorristi come burattini di uno spettacolo teatrale abilmente diretto da massoni, cattivi politici e imprenditori collusi.

Il resto è inutile retorica, comizio della scuola d’obbligo, aria fritta. La verità è che ad oggi Napoli non è ancora amata da chi la governa a livello centrale e locale: troppo spesso il muro di convivenze, amicizie, alleanze di comodo per essere definitivamente abbattuto in nome della legalità e del vivere civile. I giovani? Quelli che possono permetterselo restano inserendosi nei posti chiave della comunità mentre la stragrande maggioranza dei ragazzi comuni, spesso brillantemente laureati , cercano altrove meritocrazia, principio latitante negli amati luoghi natii. E qui fu veramente Napoli.

Alfonso Maria Liguori

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Alfonso Maria Liguori
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.