Conclusa la messa in sicurezza degli Scavi di Pompei: la visita del Ministro Dario Franceschini

In cinque anni sono stati eseguiti 76 interventi relativi ai 5 piani di intervento previsti dal Grande Progetto Pompei, di cui 51 per il piano delle opere

Si conclude con la messa in sicurezza delle Regiones I, II e III il piano straordinario di salvaguardia delle strutture archeologiche della città antica di Pompei, avviato nel 2014 con il Grande Progetto Pompei. In cinque anni sono stati eseguiti 76 interventi relativi ai 5 piani di intervento previsti dal Grande Progetto Pompei, di cui 51 per il piano delle opere (interventi su strutture archeologiche), 8 per il piano della conoscenza, 2 per il piano della sicurezza, 7 per il piano della capacity building, 8 per la fruizione e comunicazione.

75 sono gli interventi conclusi, di cui su 5 cantieri sono in corso le fasi di collaudo. Resta in via di conclusione il cantiere “di intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo” (GPPM), ovvero dei 3km di perimetro che costeggia l’area non scavata di Pompei. Di questo grande cantiere è stato già portato a termine l’intervento sui fronti di via del Vesuvio, di recente restituita alla fruizione con l’apertura della casa di Leda e il cigno, e nell’area del cosiddetto “cuneo”, dove sono venute in luce due domus di pregio con suggestivi affreschi, mosaici e reperti e il vicolo dei balconi, che ha ricongiunto il vicolo delle Nozze d’argento con l’arteria principale di via di Nola. Il totale della spesa al 30 gennaio 2020 è di 92 milioni di euro.



“Pompei è una storia di rinascita e riscatto, – ha detto Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il turismo – un modello per tutta Europa nella gestione dei fondi comunitari. Un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi archeologici grazie al lavoro lungo e silenzioso delle tante professionalità dei beni culturali che hanno contribuito ai risultati straordinari che sono sotto gli occhi di tutti e che sono motivo di orgoglio per l’Italia”. “A Pompei – ha spiegato Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico di Pompei – non è più il tempo delle emergenze. Abbiamo davanti a noi nuove e importanti sfide per la tutela, la conoscenza e la valorizzazione degli scavi e del territorio”.



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