Continua la crisi epidemica a Mondragone. I casi di positività già ieri sera erano arrivati a 40 nel focolaio dei palazzi ex-Cirio trasformati ii una zona rossa circoscritta. Dei seicento finora eseguiti sono ancora da verificare solo poche decine.



La situazione è però tutt’altro che sotto controllo. Nei fatti la zona rossa non è ben isolata e soprattutto il presidio delle forze dell’ordine non riesce a controllare tutti i varchi di accesso all’area. Nella notte sono state installate delle torri faro per facilitare la sorveglianza, ma le fughe continuano a verificarsi.

A detta degli operatori sembra inoltre che diversi abitanti dei quattro palazzoni si stiano sottraendo al tampone. Quasi tutti i positivi sono asintomatici e vengono trasferiti a Maddaloni presso il locale Covid center. Il problema è che quasi tutti rifiutano il trasferimento costringendo le forze dell’ordine ad impiegare moltissimo tempo affinchè l’operazione possa essere portata a termine.


Intanto, ed è molto grave, quattro positivi hanno fatto perdere le loro tracce dopo essere stati sottoposti a tampone e questa situazione di potenziate diffusione incontrollata del contagio di certo no mette tranquillità in chi pensava di aver ormai definitivamente superato l’incubo Covid. Il timore che l’epidemia possa allargarsi a macchia d’olio è forte nei cittadini di Mondragone.

Intanto i tanti cittadini bulgari risultati non affetti dalla malattia vorrebbero potersi allontanare dalla zona messa sotto lockdown per poter lavorare. Molti di essi non hanno un reddito sicuro e si arrangiano con vari lavoretti saltuari e in nero molto spesso. La paura è quella di rimanere senza soldi e sostentamento. E proprio per venire in contro a tali esigenze la Croce Rossa sta continuando con la distribuzione di pacchi di generi alimentari. Inoltre la Croce Rossa ha anche attivato un numero al quale rivolgersi per ogni emergenza e per la consegna a domicilio della spesa e di altri beni di prima necessità.


E’ probabile che anche nelle prossime ore gli operatori sanitari continuino con lo screening a tappeto, nell’area chiusa da lunedì sera dal cordone di sicurezza, nel tentativo di individuare e sottoporre a tampone quanti stanno sfuggendo ai controlli dei sanitari.

Monta invece la protesta dei residenti italiani che si sentono “presi in trappola” a causa degli immigrati la cui comunità rappresenta il cluster principale del contagio. La vicenda sotto questo aspetto sta prendendo anche una deriva raziale. «La notizia del nuovo focolaio non deve indurci allo sconforto o ad atteggiamenti xenofobi. Deve aiutarci a costruire una sensibilità comunitaria che sappia rispondere alle urgenze», ha dichiarato il vescovo di Sessa Aurunca Orazio Francesco Piazza.


Dopo gli ultimi attacchi incrociati delle ultime settimane con il presidente De Luca, interviene anche il leader padano Matteo Salvini: «Il governatore che perde tempo a insultare la Lega e a lanciare slogan su lanciafiamme anti-assembramenti, dovrebbe spiegare come mai non riesce a risolvere neppure il problema di Mondragone».

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