Anfore di età romana, brocche di varie epoche, palle da catapulta, ampolle di vetro, ceramiche dipinte e una rilevante quantità di frammenti archeologici di ogni genere sono stati affidati al Comune di Amalfi. Si tratta di oggetti rinvenuti nello specchio di mare antistante la città, che l’ente ha preso in carico dopo esserne stato per diverso tempo custode giudiziario.


Diventano così patrimonio pubblico della città un centinaio di pezzi, tra frammenti e oggetti di vario genere, che raccontano diversi periodi della storia di Amalfi: dalla fondazione della città a opera dei romani proseguendo poi per le  epoche successive. Al momento sono oggetto di studio da parte di un archeologo, che li sta datando e inventariando. Quando sarà chiarita l’epoca dei vari reperti, i più importanti saranno messi in mostra permanente all’interno del Museo della Bussola e del Ducato Marinaro appena sarà riallestito presso l’Antico Arsenale della Repubblica.


L’assessore alla cultura e beni culturali Enza Cobalto dichiara: “Si è trattato di un’operazione lunga e delicata, non priva di intoppi, nel corso della quale abbiamo avuto come guida e interlocutori il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio di Napoli, guidati dal maggiore Gianpaolo Basili, e la Sovrintendenza ai Beni AAAS di Salerno e Avellino, che ringrazio per l’importante collaborazione. Al termine di questo percorso prendiamo in carico questi reperti, come da volontà espressa da chi li deteneva in buona fede. Sono felice che questa vicenda si sia chiusa in maniera positiva per tutti e mi fa piacere che vengano restituiti alla città pezzi importanti della sua storia e della nostra identità di amalfitani, un vero e proprio patrimonio storico che racconta chi siamo e da dove proveniamo”.



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