Si è tenuto lo scorso week-end presso la sala convegni del complesso polifunzionale della Distilleria un convegno promosso dal Pd e da Pomigliano 2020. Le forze politiche di maggioranza hanno voluto annunciare l’approvazione della candidatura di Pomigliano tra le città che avranno a breve un “Ospedale di comunità”.
“La necessità di informare, nuovamente, la cittadinanza per fare chiarezza nasce dal caos mediatico generato da una cattiva informazione social da parte di alcune associazioni e forze politiche di opposizione”, hanno dichiarato gli organizzatori dell’incontro.
Hanno presieduto il convegno la consigliera Marianna Manna e il vicesindaco Eduardo Ricci al loro fianco il dottor Antonio Della Ratta, cardiologo ed ex sindaco di Pomigliano, la dottoressa Luigina Grasso, medico di medicina primaria, il consigliere Giuseppe Toscano presidente AFT (Aggregazioni Funzionali territoriali), il dottor Agostino Libio, medico di medicina primaria e il consigliere Giovanni D’Onofrio, cardiologo e presidente della V Commissione Consiliare – Politiche Sociali e Sanità, che ha seguito sin dalla sua fase embrionale l’iter del progetto.
Ma facciamo un passo indietro, grazie alla mozione presentata il 28 ottobre da 11 consiglieri regionali tra i quali Valeria Ciarambino, vice presidente del Consiglio Regionale, Pomigliano è stata scelta tra i comuni nei quali verranno insediati gli ospedali di comunità. La costruzione di tali presidi sanitari è stata stabilita dal PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che proverà a rilanciare l’Italia dopo la crisi epidemica da Covid-19).
Dopo la notizia si è scatenata una polemica cittadina a causa dalla confusione generata da una cattiva informazioni lanciata sui social, ad oggi i pomiglianesi non hanno ancora ben chiare le idee su quali saranno le funzioni di tale struttura sanitaria. Soprattutto sembra non essere stato compreso da qualcuno che la chiusura della Clinica San Felice, struttura privata che da un quarantennio operava in città, non ne è stata una diretta conseguenza della creazione dell’Ospedale di comunità.
Nonostante lo scorso maggio il consigliere D’Onofrio abbia indetto una conferenza stampa social per informare i cittadini sulle funzioni sanitarie che andrà a ricoprire tale struttura non è riuscito ad arginare commenti social inutili che hanno generato ulteriore confusione. Quindi i medici presenti in sala insieme ai consiglieri e al vicesindaco di Pomigliano hanno spiegato nuovamente la funzione che andrà a rivestire questa struttura ospedaliera e del ruolo sinergico dei medici di base che operano sul territorio.
“Facciamo chiarezza ancora una volta su cosa sia un Ospedale di comunità e quali le funzioni che andrà a rivestire sul territorio cittadino. Il termine ospedale, per i non addetti ai lavori, lascia pensare alla comune struttura ospedaliera che ha anche un pronto soccorso. Un Ospedale di comunità avrà una funzione solo di accoglienza e degenza fino a 15 giorni per malati non acuti, questi malati saranno accolti all’interno della struttura sanitaria e assistiti con il supporto di uno staff medico qualificato h24 e l’ausilio dei medici di base che canalizzeranno i pazienti all’interno della struttura per garantire agli ammalati un’assistenza post operatoria e terapeutica, con lo scopo di diminuire l’ospedalizzazione nei grandi ospedali e seguire i propri pazienti in maniera più scrupolosa nel percorso di guarigione”.
Il consigliere D’Onofrio che ha seguito dall’inizio l’iter per la realizzazione dell’ospedale ha dichiarato: “Credo che al di la delle critiche o della paternità della proposta dell’ospedale, bisogna considerare il lavoro fatto da tutti gli organi di competenza e il risultato ottenuto, perché se valutiamo che in Campania ci sono oltre 550 comuni di cui 92 nell’area di Napoli, se la nostra città rientra tra quelle che beneficeranno di tale struttura io credo si possa ritenere un successo. Con le stime dei costi che già sono state stabilite la struttura avrà circa 40 posti letto. La nostra battaglia sarà finalizzata sui tempi di realizzazione della struttura, che vorremmo fosse ristretta all’arco di un anno visto che la nostra amministrazione ha già individuato le possibili opzioni da scegliere tra una struttura già esistente o una da costruire ex novo”.
Durante il suo intervento il consigliere ha dato una spiegazione precisa sulle cause che hanno portato alla chiusura della clinica privata “San Felice”, un argomento che negli ultimi tempi ha scaldato la pubblica opinione con lo scopo di attaccare l’amministrazione.
D’Onofrio ha quindi sottolineato: “La chiusura della clinica San Felice, struttura ospedaliera che è da anni sul territorio, non ha alcuna attinenza con la costituzione dell’Ospedale di comunità. Negli ultimi anni c’è stato un passaggio di proprietà della clinica Melluccio, altra struttura privata cittadina, alla società Ios che fa capo all’onorevole Aldo Patriciello (la famiglia Patriciello è proprietaria di circa una ventina di aziende, con 900 dipendenti, attive nella sanità, nell’edilizia e nell’editoria). In questo caso poiché anche lo stabile della clinica è di proprietà dello stesso Patriciello la struttura è rimasta in città. Il discorso cambia con la clinica San Felice dove lo stabile è rimasto al vecchio proprietario, l’imprenditore Improta, mentre i posti letto sono di Patriciello che possiede un’altra clinica, ovvero la Trusso di Ottaviano. Si è valutata la possibilità di trasferire i 40 posti letto ad Ottaviano, al momento si attende l’ok della sanità regionale”.
In conclusione il presidente della V Commissione Consiliare ha dichiarato: “Posso dire che da subito grazie alla collaborazione degli altri membri della V Commissione il dottor Filippo Beneduce e la dottoressa Passariello Federica ci siamo occupati prima delle istanze che venivano dal personale impiegato nella clinica, per tutelare il loro posto di lavoro, poi con grande sforzo e impegno abbiamo riunito intorno ad un tavolo ad ottobre i principali attori della vicenda, la proprietà della Clinica San Felice con l’amministratore e il presidente, il direttore del distretto 51 Asl Na 3 Sud Pasquale Annunziata, i rappresentanti dei sindacati e il sindaco Gianluca Del Mastro, per non lasciare fuori nessuno. Si è proposto di delocalizzare sia i lavoratori che i posti letto verso la struttura sanitaria Trusso di Ottaviano, bisogna attendere solo l’approvazione dalla sanità Regionale. Pertanto sia Improta che Patriciello si sono impegnati per il futuro a presentare la proposta di un ambizioso progetto che prevede la creazione di una struttura sanitaria che comprenda sia la San Felice che la clinica Melluccio. Per questo hanno già fatto richiesta di variazione al PUC. Spiego questo – ha chiuso D’Onofrio – solo per chiarire su quello che si scrive, il nostro interesse mira al bene della comunità salvando i posti letto di cui necessitano i nostri territori e i posti di lavoro”.
Cinzia Porcaro