Prendete una squadra che da un giorno all’altro si trova esclusa da qualunque tipo di competizioni, senza una società, senza un nome, senza una speranza e, in tutto ciò, appare qualcosa. Chiacchiericci, discussioni infinite, progetti che saltano poi si riprendono e infine si concretizzano tra l’apatia generale: è quasi normale che un popolo si stanchi delle eterne diatribe estive come è quasi normale che abbandoni tutto e cerchi di dimenticare un nome, una maglia e nella fattispecie gli ultimi devastanti individui che hanno fatto crollare ogni cosa.
Poi, la fiammella si riaccende, si parte, ma col freno a mano tirato all’estremo. Arriva un dottore da Gallarate e porta un titolo e tante speranze, si comincia e si perdono tre gare senza fiatare, si gioca con i ragazzi, con un allenatore di fortuna che dà il meglio di sé. Si combatte, ma senza preparazione. E’ normale affondare sotto i colpi di formazioni che seppur non eclatanti infieriscono su quella maglia, maramaldeggiando e gloriandosene.
Ma il gruppo societario non ci sta e comincia a lavorare seriamente: preso Carannante come allenatore gli si crea una squadra che può uscire dal guado e una tessera per volta si comincia a risalire la china tra l’appoggio dei vecchi tifosi, ancorati ad un amore mai messo in discussione e l’ostracismo di gran parte degli ultras e di molte penne che snobbano professionalmente un qualcosa che è destinato a crescere.
I risultati cominciano ad arridere al progetto e nel frattempo si mette in campo anche la juniores che comincia a far uscire nuovi talenti. Ci si confronta con le grandi del girone e s’incappa in una Puteolana che a stento sopravanza i bianchi, ma oramai il guanto di sfida è gettato e anche se la matematica non arride ancora ai bianchi, essi sono lì.
Ora si guarda alla gara con la Maddalonese e ci si stropiccia gli occhi nell’assistere ad uno spettacolo che va oltre le più rosee previsioni, tra due giorni si recupera la partita con la Neapolis e se tutto… No meglio non dirlo, però ci si potrebbe avvicinare ai diavoli rossi puteolani.
Ma lo spettacolo contro la Maddalonese del mai dimenticato Dino Fava è ancora negli occhi e se le cose vanno così, un pensierino si deve fare e lo si farebbe ancora meglio se quelli che non credono, ritornassero a godere di canti e sventolii di bianchi vessilli, ricchi di gloria passata e desiderosi di nuove avventure positive. 
Vabbuò ‘e fatto ‘na storia, però te rong ragion… si tornano ‘i guagliune ‘e menammo sott’a tutt quant. Sai che spettacolo sarebbe ‘na vittoria sufferta, ma chiù bell’ ancora… FORZA SAVOIA… Bravo, stavolta non so darti torto, tornate fratelli savoiardi, i bianchi vi aspettano, ma poi in definitiva, non sapete cosa vi state perdendo!
Venite a vedere che giovani calciatori abbiamo, ieri un ninja di nome Esposito ne ha fatti tre ma poteva andar meglio, poi il capitano Sarpa ha messo il quarto, ma poteva diventare un risultato ancora diverso: ma oltre i goal c’è stato un gioco bellissimo contro una squadra che sa giocare e l’ha dimostrato.
Ernesto Limito










