Ad un anno di distanza, l’omicidio di Maurizio Cerrato, avvenuto il 19 aprile 2021 a Torre Annunziata, entra per la prima volta in un aula di tribunale. Questa mattina l’udienza preliminare per i quattro presunti killer del 61enne ucciso, in maniera ancora inaccettabile e incomprensibile, per un parcheggio. L’uomo fu brutalmente picchiato e poi accoltellato a Torre Annunziata nell’aprile dello scorso anno solo perché aveva difeso la figlia, a sua volta aggredita perché aveva parcheggiato la propria auto in un posto sulla pubblica strada in precedenza «occupato» da una sedia.
Rinviati a giudizio i quattro soggetti accusati dell’omicidio. Il processo ad Antonio Cirillo, Giorgio e Domenico Scaramella e Francesco Cirillo partirà il prossimo 6 maggio presso la Corte d’Asise di Napoli.

Nel corso dell’udienza di questa mattina, che ha nei fatti aperto il procedimento che dovrà portare ad una definitiva verità processuale e alla condanna dei quattro imputati ed accusati di omicidio, si sono anche costituite le parti civili che sono la vedova di Cerrato, delle due figlie della coppia, della sorella dell’uomo, del Comune di Torre Annunziata e dell’associazione Polis.
Nei giorni scorsi l’appello lanciato dal Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare Area Sud di Napoli a non lasciare solo la famiglia di Maurizio avrebbe dovuto portare associazioni e cittadini al tribunale di Torre Annunziata. Così non è stato.

Presenti Libera con don Ciro Cozzolino, Polis e l’Associazione ‘La Fenice Vulcanica’, con loro il senatore Sandro Ruotolo che da sempre si è stato in prima linea al fianco della famiglia Cerrato e contro il malaffare che ammorba il territorio vesuviano e che ha accolto Tania e Maria Adriana, moglie e figlia di Maurizio.
Purtroppo la città ha perso un’altra occasione per schierarsi e dare un segno chiaro di presa di distanza da tutto ciò che da troppo tempo soffoca ed uccide Torre Annunziata. Poche le persone, pochi i torresi, pochi i cittadini.










