
A Pompei i saccheggiatori hanno scavato un tunnel per accedere alla porzione ancora sepolta della Villa dei Misteri. Durante il procedimento legale contro i precedenti proprietari della casa, che avevano ingiustamente espanso l’edificio nel corso degli anni, emerge la conferma del danneggiamento di uno dei luoghi più emblematici dell’area archeologica di Pompei. A riportare la notizia è “Il Mattino”.
Pompei, così i tombaroli raggiungevano Villa dei Misteri
A spiegare al giudice del Tribunale di Torre Annunziata, Antonello Anzalone, quanto scoperto è Anna Onesti, architetto dell’ufficio tutela della Soprintendenza del Parco Archeologico di Pompei, chiamata a testimoniare nel corso del processo nei confronti di Milorad Jovanovic e Kadena Casalijevic, gli ex proprietari del rudere trasformato in villa.
Secondo la Procura di Torre Annunziata, dalla cantina di quella abitazione sarebbero stati realizzati diversi scavi clandestini per raggiungere la parte ancora sepolta di Villa dei Misteri per saccheggiarla. Una tesi che, ora, viene confermata dagli ultimi accertamenti.
“Avendo eseguito io il primo sopralluogo, non ho fatto a meno di notare un cumulo di materiale nei pressi di una cisterna con a fianco una scala” chiaro segno dei tombaroli.
La verità durante il processo contro gli ex proprietari di una villa
Secondo l’accusa i cunicoli sono opera dei coniugi Jovanovic, cunicoli da cui sono stati sicuramente saccheggiati reperti archeologici dati i ritrovamenti di cocci di pregio, di vasi e tegole, scartati dai tombaroli. Dopo la testimonianza del sopralluogo di Anna Onesti, la procura ha poi richiesto l’acquisizione di una relazione sull’attuale stato dei luoghi nell’ex dimora della famiglia Jovanovic, con foto allegate del cunicolo principale scoperto in questi giorni.
Il procuratore Nunzio Fragliasso conferma che la prima ispezione del cunicolo avverrà entro la fine della settimana dopo averlo messo in sicurezza, alla presenza del personale del Parco Archeologico, dei carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata e devi vigili del fuoco.
La vicenda è simile a quella accaduta per Civita Giuliana, sito esterno alle mura degli scavi di Pompei, ancora più facile preda per i tombaroli. Che per l’appunto hanno scavato tunnel sotterranei per anni alla ricerca di una biga romana mai trovata. Ora con la chiusura del traffico della strada, ripartiranno gli scavi. L’obiettivo principale al momento è quello di difendere il patrimonio culturale di Pompei. Da chi appunto rischierebbe pure la vita pur di trovare un reperto unico solo per venderlo al mercato nero.
Francesca Tufano