Dopo aver trasportato lo scorso anno ben 108mila viaggiatori, la funivia del Faito si è fermata. Una battuta d’arresto pesante per Castellammare di Stabia, dove l’impianto rappresentava non solo un collegamento strategico tra mare e montagna in appena otto minuti, ma anche un simbolo identitario e un volano per il turismo locale.
La chiusura, arrivata a seguito dell’incidente verificatosi giovedì scorso, ha suscitato preoccupazione tra gli amministratori comunali. In prima linea c’è il sindaco Luigi Vicinanza, impegnato in queste ore anche a fornire assistenza ai familiari delle vittime coinvolte nell’episodio, ma già proiettato a individuare soluzioni alternative.
«La funivia del Faito, negli anni, è diventata un elemento identitario della nostra città – ha dichiarato il primo cittadino –. Non sarà questo incidente a fermare il percorso di rilancio turistico che abbiamo avviato». Vicinanza sottolinea i segnali positivi già ottenuti, come il miglioramento della balneabilità delle acque e i numerosi progetti in corso per valorizzare Castellammare come crocevia ideale verso Pompei e la Penisola Sorrentina.
Resta però l’urgenza di colmare il vuoto lasciato dalla funivia. «Come faremo? È presto per dirlo – ammette il sindaco –. Ma già siamo al lavoro per individuare un’alternativa. Sappiamo che dobbiamo fare in fretta. E fare bene».
Sgomberate quattro famiglie nella zona di Quisisana dove sono caduti i cavi dell’alta tensione
Sono quattro le famiglie sgomberate nella zona di Quisisana, a seguito della caduta del cavo della funivia del Faito, precipitato sui cavi dell’alta tensione. Una misura precauzionale, spiegano dal Comune, presa per garantire l’incolumità dei residenti.
«I cavi dell’alta tensione non sono attivi, non vi passa elettricità – ha chiarito il sindaco Luigi Vicinanza – ma il provvedimento si è reso necessario per ragioni di sicurezza, considerata la pesantezza dei cavi e il potenziale pericolo che rappresentano».
L’ordinanza ha coinvolto circa 15 persone. Tre nuclei familiari hanno già trovato una sistemazione in autonomia, mentre una quarta famiglia è stata accolta temporaneamente nei locali della parrocchia del Carmine, grazie alla disponibilità di don Luigi Milano.
Intanto resta alta l’attenzione sull’area, dopo lo stop alla funivia che, lo scorso anno, aveva registrato oltre 108mila viaggiatori e rappresentava un punto di forza per il turismo cittadino. Le operazioni di messa in sicurezza proseguono, mentre l’amministrazione comunale è al lavoro per ripristinare la normalità e individuare soluzioni alternative per la mobilità verso il Faito.