Eminenza Reverendissima,
La ringraziamo dal profondo del cuore per essere qui oggi, in questo giorno solennissimo, nell’Anno Giubilare del 150° dell’arrivo a Pompei del venerato Quadro della Vergine del Santo Rosario, che si intreccia provvidenzialmente con il Giubileo della Chiesa universale.
Il nostro grazie si arricchisce della pienezza di quel senso di Chiesa che Lei, Eminenza, come Decano del Collegio Cardinalizio, ci ha assiduamente trasmesso in questi giorni che hanno accompagnato il transito terreno del nostro amato Papa Francesco.
Sul sagrato di San Pietro, alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia, presiedendo le esequie del Pontefice, ha affidato la sua anima nelle mani del Signore, davanti alla testimonianza di una folla incalcolabile nel numero e ancora di più nell’intensità dell’affetto. Le Sue parole hanno illustrato, con sapienza e amore fedele, quella “via della donazione” che Papa Francesco ha scelto di percorrere fino all’ultimo giorno della sua vita terrena. Ripercorrendo il suo linguaggio ricco di immagini e illuminato dalla sapienza del Vangelo, Lei ci ha indicato le sfide e i problemi del nostro tempo, incoraggiandoci a vivere da cristiani le prospettive e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che Papa Francesco amava indicare come “cambiamento d’epoca”.
Proprio ieri, nel giorno di apertura del Conclave, presiedendo, in San Pietro, la Messa “Pro Eligendo Romano Pontifice”, ha come accompagnato, fin sulla soglia della Cappella Sistina, i Suoi confratelli Cardinali chiamati a dare un nuovo Papa alla Chiesa universale. E in questi giorni impegnativi li ha assistiti nel corso delle Congregazioni generali che così da vicino hanno preparato il Conclave.
Assieme a Lei, desidero salutare le autorità civili e militari qui presenti col Sindaco della nostra Città, i confratelli Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i fedeli giunti da ogni dove – anche da Hong Kong – per quella che il Beato Bartolo Longo, chiamava “L’Ora del Mondo” e i responsabili e gli ospiti delle numerose Opere di carità che accolgono neonati, bambini, ragazzi, mamme e tante altre persone in difficoltà, secondo l’esempio del Fondatore.
Averla qui a Pompei, davanti al Santuario della Beata Vergine del Rosario, per la Celebrazione eucaristica e la recita della Supplica di maggio, nel giorno in cui i Cardinali elettori sono riuniti in Conclave, è un segno ineffabile del suo amore alla Chiesa e della devozione alla Madonna del Rosario alla quale affidiamo anche le nostre preghiere perché lo Spirito di Dio illumini e presieda ogni momento dei lavori.
Oggi, infatti, in questo grande Cenacolo in cui, come gli Apostoli siamo perseveranti e concordi nella preghiera con Maria, la Madre di Gesù, la nostra Supplica avrà una speciale intenzione per il Papa che lo Spirito Santo donerà alla Chiesa. È a lui che penseremo quando reciteremo le parole: “benedici, in questo momento, il Sommo Pontefice”.
La Sua testimonianza, Eminenza carissima, e il Suo esempio ci insegnano ancora una volta come si possa amare e servire con zelo la Chiesa nell’unità del Corpo mistico di Cristo. Alla gratitudine non possiamo, perciò, non aggiungere la gioia per una presenza che avvertiamo davvero come un privilegio. Lei, che aveva qui presieduto la Celebrazione Eucaristica e la preghiera della Supplica nel 1996 e nel 2010 ed è stato qui pellegrino tante volte, ne è il primo celebrante, dopo che Papa Francesco, il 25 febbraio scorso, dalla cattedra della sofferenza del Gemelli, ha firmato il decreto per la canonizzazione del Beato Bartolo Longo. Nella Sua presenza non possiamo che vedere il compimento, straordinario e misterioso, di un provvidenziale disegno divino, che viene da lontano e nel quale riconosciamo la materna intercessione di Maria.
I nostri cuori, Eminenza, sono davvero colmi di un “Grazie” senza fine.
Tommaso Caputo
Arcivescovo Prelato e Delegato Pontificio