L’industria videoludica italiana si impone nel 2024 come uno dei settori più dinamici e promettenti dell’intera economia creativa nazionale. Con un fatturato complessivo che ha raggiunto i 2,4 miliardi di euro — secondo i dati più recenti diffusi da IIDEA, l’associazione di categoria — il comparto conferma una crescita costante (+3% rispetto al 2023), trainata principalmente dal segmento software, che da solo rappresenta circa il 77% del mercato con 1,8 miliardi di euro generati.

Questa traiettoria espansiva testimonia la vitalità strutturale dell’industria videoludica italiana, che oggi può contare su un ecosistema imprenditoriale in fase di consolidamento: sono oltre 200 le imprese attive sul territorio nazionale, in crescita del 25% negli ultimi due anni, con circa 2.800 addetti. Di questi, l’82% ha meno di 36 anni, un indicatore chiave che evidenzia quanto il comparto rappresenti un hub naturale per l’occupazione giovanile e l’innovazione digitale. Il quadro si rafforza alla luce delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che individua nelle industrie creative un settore strategico da potenziare attraverso investimenti e incentivi.

Ma il valore dell’industria videoludica italiana non si esaurisce nei suoi numeri economici. È soprattutto il coinvolgimento del pubblico a raccontarne l’impatto culturale: l’85% dei giovani italiani considera i videogiochi un’esperienza appagante, mentre oltre il 50% ne riconosce l’utilità nello sviluppo di competenze trasversali come il problem solving, il pensiero critico e il decision making. Ancora più sorprendente, il 59% degli italiani ritiene che i videogame possano contribuire alla divulgazione scientifica e alla trasmissione efficace di contenuti complessi, posizionando l’industria anche come leva di innovazione educativa e comunicativa.

ESports e iGaming: convergenze digitali tra intrattenimento competitivo e gambling online

Parallelamente, gli eSports stanno consolidando la propria centralità all’interno dell’universo digitale italiano. Non più semplice tendenza di nicchia, ma vero e proprio fenomeno culturale trasversale, il gaming competitivo conta oggi su un’audience potenziale di 7,3 milioni di persone che hanno fruito di contenuti eSports almeno una volta negli ultimi sei mesi. Tra questi, ben 3,3 milioni si dichiarano spettatori regolari, confermando la maturità di un pubblico fidelizzato e tecnicamente competente.

A rafforzare il fenomeno contribuiscono numerose piattaforme di streaming, l’ingresso di grandi brand come sponsor e il riconoscimento sempre più diffuso degli eSports come ambito formativo e professionale. Circa il 40% degli italiani esprime un giudizio positivo nei confronti di queste competizioni digitali, riconoscendole come forma di intrattenimento sana e stimolante, capace di valorizzare abilità cognitive e comportamentali. Un altro 29% le considera una modalità alternativa – e più “razionale” – di espressione sportiva rispetto alle discipline tradizionali.

Sul fronte parallelo dell’iGaming – e in particolare del gambling online – il quadro è altrettanto dinamico. Il 2024 ha visto il volume complessivo delle giocate in Italia salire a 160 miliardi di euro, in crescita del 9% su base annua. Le slot machine in modalità demo, continuano ad attrarre oltre 3 milioni di utenti, spinti dagli stessi driver che alimentano il successo degli eSports: immediatezza, gratificazione emotiva, accessibilità e un’architettura ludica coinvolgente.

Sebbene eSports e gioco d’azzardo online appartengano a universi regolatori e culturali distinti, è innegabile che entrambi rispondano a una medesima domanda sociale: quella di un intrattenimento digitale ipercoinvolgente, sempre più personalizzato e accessibile su scala mobile. Comprendere e analizzare questa convergenza rappresenta oggi una delle sfide chiave per regolatori, operatori e policy maker.

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