“La camorra si nasconde nelle liste civiche”. È questa la frase chiave dell’intervento di Sandro Ruotolo, europarlamentare e consigliere comunale del Partito Democratico, che ha acceso la miccia di un duro confronto interno alla maggioranza di governo della città di Castellammare di Stabia.
Ruotolo ha parlato durante la conferenza stampa dell’Osservatorio sulla camorra, da lui stesso promosso, tenutasi nel Circolo della Legalità in un bene confiscato a piazza Principe Umberto I. Al centro dell’incontro, la presentazione di un dossier frutto di sei mesi di analisi condotta insieme al professor Luciano Brancaccio dell’Università Federico II. Il documento, ha spiegato Ruotolo, è già stato consegnato al Procuratore di Torre Annunziata e al Prefetto di Napoli.
Secondo i dati illustrati, alcuni flussi elettorali nelle ultime comunali sarebbero fortemente anomali, soprattutto nei quartieri Ponte Persica e Scanzano, considerate roccaforti rispettivamente dei clan Cesarano e D’Alessandro. L’indice di Gini – che misura la concentrazione del voto – sale rispettivamente a 0,69 e 0,364, molto sopra la media cittadina dello 0,203. Un dato che secondo Brancaccio indica “scarsa concorrenza e forte concentrazione del voto su singoli candidati”, suggerendo possibili condizionamenti.
Ruotolo ha rivendicato il valore della sua battaglia: “La camorra ha votato a Castellammare, come ha sempre fatto. Io non me ne vado, rimango qui, perché abbiamo iniziato un lavoro fondamentale: quello della lotta alla camorra”.
Ma ha anche ammesso la sua assenza costante in consiglio comunale: “So di non poter essere sempre presente, ma ci sono i nostri sostituti. La mia presenza la faccio sentire anche con queste iniziative”.
Parole che non sono piaciute al sindaco Luigi Vicinanza, presente in sala, e che ha deciso di rispondere pubblicamente con una lunga e durissima lettera aperta indirizzata proprio a Ruotolo:
“Caro Sandro,
leggo con attenzione e rispetto la tua lettera, animata da una passione che conosco bene. Ma permettimi di dirlo con chiarezza: chiedere oggi “da che parte stiamo” è un esercizio retorico. La scelta di stare contro la camorra e contro ogni forma di illegalità l’abbiamo fatta da tempo. L’abbiamo fatta anche, un anno fa, quando abbiamo costruito insieme questa coalizione, formata da partiti politici e liste civiche, mi permetto di aggiungere, di ispirazione politica, nata proprio con l’obiettivo di voltare pagina, di restituire dignità e legalità a Castellammare di Stabia dopo un passato buio, dopo uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche e che ci hanno lasciato in eredità pezzi di sfasciume urbano.
Una scelta che anche tu, Sandro, hai condiviso. Lo hai fatto candidandoti, mettendoci la faccia, chiedendo il voto alle cittadine e ai cittadini, nonostante i tuoi impegni da dirigente nazionale del PD e da eurodeputato. Ma proprio per questo credo che la vera sfida non sia quella delle dichiarazioni, ma quella dell’azione quotidiana.
Non dobbiamo mai abbassare la guardia. Per questo è giusto rispondere alle tue domande, anche se retoriche. Perché la lotta alla criminalità organizzata si fa ogni giorno, con trasparenza, con coraggio, ma anche con responsabilità istituzionale.
L’amministrazione che guido da meno di un anno lo sta dimostrando concretamente. Lo abbiamo fatto, ad esempio, con il progetto per il Savorito: un’iniziativa che, pur partendo con grande ritardo rispetto ai tempi imposti dal PNRR, abbiamo scelto di portare avanti con determinazione, trasformandola in una bandiera del nostro impegno. Lo abbiamo votato tutti noi della maggioranza in Consiglio comunale – consiglieri eletti nelle liste politiche e civiche – sopperendo anche alla tua assenza, dovuta ad altri impegni istituzionali. È stato un voto convinto, perché crediamo che attraverso la rigenerazione urbana si possa davvero combattere il degrado e affermare una nuova idea di città.
Stiamo lavorando anche per dare valore sociale ai beni confiscati alla camorra. Pochi giorni fa inaugurando un centro antiviolenza, “La casa di Jole”. Prossimamente trasformando in un luogo di accoglienza quella che fu la discoteca dei camorristi lungo il fiume Sarno.
Inoltre, è bene che i cittadini siano informati che con trasparenza e nel pieno rispetto delle regole, abbiamo messo in atto tutte le operazioni per il progetto di beach soccer sull’arenile, in preparazione di un evento sportivo a luglio di livello internazionale. Un progetto controllato, discusso, legittimo, su cui ogni scelta è stata assunta nel quadro normativo e amministrativo vigente.
Abbiamo ereditato una situazione difficile, e ne siamo consapevoli. Ma non abbiamo mai fatto un passo indietro. La trasparenza è il principio guida delle nostre scelte, anche quando comporta scontri o critiche.
Le istituzioni vanno vissute fino in fondo, non solo come luogo di denuncia, ma come spazio in cui costruire soluzioni. Certo, non tutto è perfetto. C’è ancora tanto da fare. Ma ci siamo, ogni giorno, con umiltà e fermezza. Per Castellammare di Stabia. Per le sue cittadine e i suoi cittadini. Per chi non si arrende e crede davvero nel cambiamento.
Per questo oggi la nostra amministrazione non ha bisogno di lezioni di legalità, ma di impegno, di coraggio e di responsabilità istituzionale per ripagare la fiducia che la città ci ha affidato con il proprio voto”.
Un attacco frontale, che ha il sapore di una resa dei conti politica. La replica di Vicinanza evidenzia in più punti le assenze di Ruotolo, la sua responsabilità nella costruzione della coalizione, e soprattutto respinge con forza l’idea che si possano impartire “lezioni di legalità” da fuori, senza un impegno quotidiano nella macchina amministrativa.
Ma il nodo resta: il centrosinistra, che si era presentato unito per voltare pagina dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche (poi rivelatesi non fondate nel merito), oggi appare lacerato al suo interno. Le accuse pubbliche, le lettere aperte, le assenze, i sospetti reciproci: tutto lascia intendere che la maggioranza sia ben lontana dalla compattezza e dall’efficienza necessarie per governare una città complessa come Castellammare di Stabia.
A meno di un anno dalle elezioni, viene da chiedersi: dov’è il futuro di Castellammare? Nella denuncia o nella costruzione? Nell’unità o nel sospetto?
Perché se questa è la direzione, la città rischia una nuova caduta politica, l’ennesimo fallimento prima ancora di completare un quinquennio amministrativo. E in tutto questo, chi sta davvero lavorando per Castellammare?
Filippo Raiola