Castellammare, commissione d’accesso in errore: il Comune dovrà risarcire un ex avvocato

Nonostante la relazione non evidenziasse motivi per lo scioglimento del consiglio comunale, fu comunque contestato “l’inadeguato e blando espletamento dei procedimenti disciplinari a carico di dipendenti”

Il Comune di Castellammare dovrà risarcire 42mila euro all’ex avvocato di Palazzo Farnese, costretto a rinunciare agli incarichi dirigenziali per quasi un anno. La decisione arriva a 15 anni di distanza ed è relativa ad un errore commesso durante le indagini della commissione d’accesso insediatasi dopo l’omicidio del consigliere comunale Gino Tommasino.

La sentenza della prima sezione del Tar del Lazio, presieduta dalla dottoressa Rosa Perna, ha stabilito che la rimozione del dirigente fu illegittima, poiché basata su valutazioni errate. Infatti, l’avvocato comunale assunse l’incarico solo nel dicembre 2007, mentre “quindici dei diciotto provvedimenti disciplinari ritenuti inadeguati e blandi” risalgono a un periodo antecedente. Come spiegato dalla sua difesa, “gli altri 15 procedimenti disciplinari erano già definiti in precedenza, intangibili in termini di autotutela, o i cui termini perentori per la conclusione del procedimento erano scaduti già in epoca precedente alla sua assunzione dell’incarico dirigenziale”.

La vicenda ha origine nel 2010, quando la commissione d’accesso, incaricata di verificare eventuali infiltrazioni dopo l’omicidio di Tommasino, completò il suo lavoro senza ascoltare il dirigente responsabile dei provvedimenti disciplinari. Solo la sera del 1 febbraio, poche ore prima della consegna della relazione alla Prefettura di Napoli, fu richiesta una nota dettagliata, che arrivò però il giorno successivo. Di conseguenza, non fu inclusa nella relazione ufficiale.

Nonostante la relazione non evidenziasse motivi per lo scioglimento del consiglio comunale, fu comunque contestato “l’inadeguato e blando espletamento dei procedimenti disciplinari a carico di dipendenti”, con riferimento a “l’omissione ai fini dell’applicazione delle sanzioni disciplinari nei confronti di 13 dipendenti, in ragione del condizionamento indiretto prodotto dal contesto ambientale”.

A seguito di tali rilievi, il Ministero dispose comunque la rimozione di alcuni dirigenti. Il sindaco Luigi Bobbio, eletto dopo Salvatore Vozza, eseguì le indicazioni rimuovendo l’avvocato dall’incarico di dirigente del primo settore comunale.

Ora, il Tar ha riconosciuto il danno subito dall’ex dirigente e ha condannato il Comune a versare un risarcimento da 42mila euro. Un epilogo che evidenzia le lacune di un’indagine ispettiva “evidentemente poco accorta”, che ha segnato ingiustamente la carriera del funzionario.

Sarah Riera

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