Pompei, rifiorisce la Casa del Giardino di Ercole: tra archeologia, botanica e cultura sensoriale

Inaugurata mercoledì 11 giugno, la Casa del “Giardino di Ercole” a Pompei – nota anche come “Casa del Profumiere” – è tornata visitabile al pubblico dopo un intervento complesso di riqualificazione che ha interessato il giardino e alcuni spazi interni. La casa sarà aperta alle visite ogni martedì.

Nel giardino sono state piantate 800 rose antiche, 1.200 viole, 1.000 piante di ruscus, oltre a ciliegi, viti e meli cotogni, per restituire una fedele immagine della vegetazione dell’epoca. L’impianto botanico è stato accuratamente ricostruito sulla base delle ricerche della botanica Wilhelmina F. Jashemski, che già negli anni Cinquanta aveva individuato pollini, spore e macroresti vegetali rivelando la funzione produttiva del giardino.

“A Pompei il paesaggio naturale e archeologico sono un tutt’uno. Questa fusione naturale – dice il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – lo era in antico e lo è tornata ad essere oggi, grazie ai progetti di cura delle aree verdi del Parco, che hanno restituito e valorizzato questa commistione. Il verde di Pompei che un tempo era percepito come un problema di gestione e manutenzione, un elemento quasi separato dalle strutture archeologiche, oggi è riconosciuto come componente essenziale delle aree archeologiche, nonché del più ampio progetto di azienda agricola del Parco. Nelle tante attività di valorizzazione del sito, il supporto dei privati, dalle sponsorizzazioni tecniche alle partenership pubblico private, è sempre più fondamentale, e ringraziamo in tal senso per questo prezioso affiancamento”.

La valorizzazione ha previsto il ripristino del piano di campagna originale, la ricostruzione dei pergolati di viti, la piantumazione di essenze romane e il restauro dell’antico sistema di irrigazione, unico nel suo genere a Pompei. È stata inoltre realizzata una copia in terracotta della statua di Ercole, ora riposizionata nel larario accanto al triclinio estivo.

L’intero progetto è stato possibile grazie alla sponsorizzazione tecnica dell’Associazione Rosantiqua e alla collaborazione di un team multidisciplinare: Michele Fiorenza (Rosantiqua), Antonio De Simone e Salvatore Ciro Nappo (archeologia), Michele Borgongino (botanica), Luigi Frusciante e Gaetano Di Pasquale (agronomia, Università Federico II), Raffaele Serafino (direzione lavori), con il coordinamento del Parco Archeologico di Pompei, di Paolo Mighetto, Maria Rispoli, Anna Onesti e dell’Area Verde del Parco (Claudia Buonanno, Maurizio Bartolini, Halinka Di Lorenzo).

La Casa del Giardino di Ercole risale al III secolo a.C. e prende il nome da una statuetta marmorea rinvenuta nel larario. Si tratta di una tipica casa “a schiera” pompeiana, celebre per l’iscrizione “cras credo” (“domani si fa credito”) posta all’ingresso. In origine comprendeva otto ambienti e un orto. La zona divenne, dalla metà del I secolo a.C., un’area a vocazione produttiva: accorpamenti edilizi, demolizioni e trasformazioni architettoniche permisero al proprietario, dopo il terremoto del 62 d.C., di acquistare le domus confinanti e realizzare un grande giardino per la coltivazione di fiori destinati alla produzione di profumi.

Le indagini archeologiche – iniziate nel 1953-54 e proseguite nel 1971-72, 1985-88 – hanno rivelato numerosi rifacimenti e materiali da costruzione in alcuni ambienti, indicando una produzione ancora attiva al momento dell’eruzione del Vesuvio. Sono stati rinvenuti oggetti e bottigliette in vetro per la conservazione dei profumi, a conferma della destinazione artigianale della casa.

Sarah Riera

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