Dal desiderio di raccontare il ruolo del mare nella costruzione dell’identità personale e collettiva,con attenzione particolare alla dimensione della fede cristiana, e al contempo dalla sentita necessità di sensibilizzare alla sua tutela, è nata l’installazione “Il Mare e la fede”, ideata da Giuseppe Ottaiano e inaugurata lo scorso 22 febbraio, presso la Sala Capitolare del Santuario della Madonna dell’Arco, col sostegno del Priore, padre Gianpaolo Pagano, e dell’intera comunità domenicana.
Si tratta di una “visione” di grande bellezza di Giuseppe Ottaiano, l’ultima di una lunghissima serie, che ci auguriamo possa non finire mai, contando sul sostegno e l’impegno attivo di un numero sempre maggiore di amici. “Il Mare e la fede” ora approda nella suggestiva cornice della Collegiata di Santa Maria delle Grazie a Marigliano, con la condivisione e l’accoglienza da parte del parroco don Lino D’Onofrio.
L’installazione incontra infatti anche il messaggio che Don Lino D’Onofrio ha lanciato qualche domenica fa, con il gesto simbolico di invitare la comunità a “stare” sotto un sudario, per partecipare per un breve momento alla sorte di chi muore nelle guerre di ogni parte del mondo, scegliendo un linguaggio pacifico che non si arrende di fronte alla barbarie e alla disumanità.
Il linguaggio dell’arte parla sempre di pace, anche quando ritrae la guerra. 52 artisti campani hanno dato forma a questa “visione”, imprimendo la loro arte su sagome lignee a forma di pesce, tradizionale simbolo paleocristiano, utilizzato dai primi credenti nel Cristo per riconoscersi. 52 esperienze e riflessioni impresse sul legno, in cui specchiarsi idealmente per ri-conoscersi e sentirsi non “pesci fuor d’acqua”, ma parte di un banco di pesci, di un contesto umano più grande, oltre i confini del proprio apparato tegumentario, del perimetro della propria abitazione o dei confini del proprio comune di residenza, unito nella fede cristiana, ma anche solo in una cultura millenaria, in un sistema di ideali e valori da custodire e promuovere, e investito dall’arduo e inderogabile compito di custodia del nostro inestimabile patrimonio idrico e della nostra casa comune.
Alla collettiva d’arte in cui, ancora una volta, l’acqua fa da protagonista (come già in “Gocce d’Acqua”, installazione artistica itinerante e in continua evoluzione, perché ciò che l’acqua ha da raccontarci non ha limiti), si affiancano un’installazione con quattro barche a vela, che raccontano il mare come componente irrinunciabile dei viaggi dell’uomo, e una collezione di ex voto mariani.
L’acqua dei mari e degli oceani, fonte di vita, custode di ineguagliabile biodiversità e memorie sommerse, narratrice e custode d’arte, è da tempi immemori componente irrinunciabile degli itinerari della vita dell’uomo, testimone d’eccellenza di un continuo scambio di beni e idee, culti e testimonianze di fede, costruzione di città e identità lungo le coste, di un senso di appartenenza che, nel caso del Mediterraneo, è presente nella sua stessa denominazione latina, “mare nostrum”. A questo proposito va ricordato il solido legame tra i naviganti e la nostra Madre celeste, da loro invocata per ricevere protezione in mare, contro i pericoli e i naufragi. La Madonna dell’Arco, una delle iconografie più note e suggestive di Maria in Campania, è destinataria di numerosi ex voto per grazia ricevuta da gente di mare: velieri, corde e tavolette raffiguranti lo scampato pericolo in mare, offerte che aiutano a comprendere il motivo della grande diffusione della devozione mariana in tutto il mondo cristiano.
Fino al prossimo 3 luglio, l’installazione sarà ospitata presso la Chiesa dell’Annunziata, offrendo ai visitatori la possibilità di un viaggio estrospettivo e introspettivo insieme, lungo la rotta della fede, della bellezza, dell’unità e della condivisione di valori, esperienze e impegno alla tutela della nostra casa comune. Buon viaggio, a partire da venerdì 20 giugno!