Un intero compendio immobiliare in via Cristoforo Colombo a Vico Equense, già sede di un noto ristorante con vista mare, è stato posto sotto sequestro su disposizione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. La misura cautelare, eseguita dal Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, ha colpito tre soggetti indagati per lottizzazione abusiva, opere edilizie prive di autorizzazione paesaggistica e falsità ideologica in atto pubblico. Valore stimato dell’immobile: oltre 1,3 milioni di euro. Il provvedimento si è reso necessario per impedire l’ultimazione delle opere abusive, ancora in corso al momento del blitz.

L’origine del complesso edilizio e le trasformazioni sospette

Il complesso immobiliare oggetto del sequestro era inizialmente costituito da un esercizio commerciale adibito a bar-ristorante-pizzeria, denominato prima “Antica Pagliarella” e poi “Ritrovo degli Amici”. Secondo le indagini, nel corso degli anni l’intera area ha subito una serie di trasformazioni urbanistiche ed edilizie che hanno stravolto la destinazione d’uso originaria, dando luogo a un organismo edilizio del tutto diverso, in palese violazione degli strumenti urbanistici e delle leggi regionali e nazionali.

Le opere, eseguite senza le dovute autorizzazioni o con atti rilasciati contra legem, hanno comportato, secondo la Procura, “lo stravolgimento urbanistico del territorio e un devastante impatto ambientale”. Il progetto è partito da un insieme di richieste di condono edilizio mai concluse, scadute o improcedibili, e si è aggravato nel tempo con ulteriori ampliamenti illegittimi.

Le indagini e la consulenza tecnica

Le attività investigative sono state condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia, guidata dal capitano Nicola Caliandro, con il supporto di una consulenza tecnica disposta dalla Procura di Torre Annunziata. Il procedimento trae origine da una denuncia presentata dall’associazione Italia Nostra, che ha segnalato le anomalie urbanistiche nell’area interessata.

Il colonnello Gennaro Pino, a capo del gruppo delle Fiamme Gialle di Torre Annunziata, ha coordinato l’operazione che ha portato all’apposizione dei sigilli su tutti gli immobili interessati. La Procura, attraverso il procuratore Nunzio Fragliasso, ha evidenziato l’urgenza del sequestro per evitare “ulteriori e più gravi conseguenze” dovute al completamento delle opere.

Le aree coinvolte: vincoli ambientali e rischi idrogeologici

L’area su cui insiste il complesso edilizio è gravata da diversi vincoli urbanistici e ambientali. In particolare:

  • secondo il PRG del Comune di Vico Equense, ricade nella Zona Territoriale “1b – Tutela ambientale naturale di 2° grado” del PUT;
  • in parte nella zona omogenea H.1.2. turistica e ristorazione, dove sono consentiti solo interventi di manutenzione ordinaria, restauro conservativo e consolidamento statico;
  • per un’altra parte, in zona P4 e R4, definite a pericolosità elevata e rischio molto elevato dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PSAI) dell’Autorità di Bacino della Campania Centrale.

Nonostante questi vincoli, sono stati realizzati nuovi manufatti in assenza di qualunque titolo abilitativo, compresi fabbricati su due livelli, ampliamenti e strutture adibite a uso abitativo, commerciale e industriale-artigianale.

I condoni edilizi mai conclusi e le sanatorie illegittime

Molte delle costruzioni risultano oggetto di richieste di condono edilizio mai andate a buon fine. Alcune sono state rifiutate per silenzio rigetto da parte della Soprintendenza ai Monumenti, altre sono risultate improcedibili per mancata presentazione della documentazione integrativa entro i termini di legge.

Nonostante ciò, dopo un incendio che nel luglio 2013 rese inagibile l’intero complesso, la proprietà ha presentato un progetto di riqualificazione unitario, chiedendo la definizione di tutte le pratiche pregresse. Il Comune di Vico Equense, nel tempo, ha comunque rilasciato autorizzazioni paesaggistiche in sanatoria e permessi di costruire per:

  • un fabbricato a due livelli adibito a civile abitazione;
  • un manufatto misto ad uso abitativo e artigianale;
  • la demolizione, ricostruzione e ampliamento dell’ex ristorante “Antica Pagliarella”.

Tali provvedimenti sono ora ritenuti illegittimi, poiché subordinati a condizioni non rispettate o in violazione delle norme urbanistiche vigenti.

Il parcheggio interrato da 1250 mq e la SCIA per il supermercato

Particolarmente rilevante è la variante in corso d’opera che ha previsto la realizzazione di un parcheggio interrato di 1250 metri quadrati, per un volume di 4250 metri cubi, in contrasto con le norme del PRG, PUT e PSAI. L’autorimessa, definita “pertinenziale”, è stata autorizzata nel 2020, ma secondo la Procura anche questi atti sono da ritenersi illegittimi.

Il 25 marzo 2023, la società REDIMO S.r.l., proprietaria dell’intero immobile, ha inoltre presentato una SCIA per il cambio di destinazione d’uso da ristorante a supermercato, con annesso punto di ristoro e garage interrato di servizio. Tutto questo, nonostante le irregolarità pregresse e la presenza di opere abusive ancora in corso.

L’urgenza del sequestro e le accuse a carico degli indagati

La Procura di Torre Annunziata ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza per impedire la prosecuzione dei lavori illegittimi. Le accuse mosse ai tre soggetti indagati sono pesanti:

  • lottizzazione abusiva (art. 44 lett. c del D.P.R. 380/2001),
  • opere in assenza di autorizzazione paesaggistica (art. 181 del D.Lgs. 42/2004),
  • falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.).

Il caso rappresenta uno degli episodi più eclatanti di abuso edilizio e ambientale nel cuore della penisola sorrentina, con implicazioni che ora passano nelle mani della magistratura inquirente.

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