Una scoperta inquietante nel cuore sacro di Sorrento: una microcamera occultata è stata individuata nei bagni pubblici della basilica pontificia di Sant’Antonino, uno dei luoghi di culto più importanti e frequentati della penisola sorrentina. L’episodio ha provocato sdegno e sgomento tra fedeli, residenti e turisti, scuotendo profondamente una comunità che da secoli considera quella chiesa come un simbolo di fede, storia e identità collettiva.
Il dispositivo elettronico, ben nascosto, è stato notato da due donne – madre e figlia – che, avendo bisogno di utilizzare i servizi, si sono insospettite alla vista di un piccolo oggetto elettronico anomalo. Dopo un rapido controllo, hanno lanciato l’allarme, allertando i carabinieri della compagnia di Sorrento, guidati dal capitano Mario Gioia.
L’occhio elettronico tra le mura sacre
La basilica di Sant’Antonino, dedicata al patrono della città e dell’arcidiocesi, è meta quotidiana di migliaia di persone: turisti, fedeli, gruppi di preghiera e scolaresche. Ed è proprio all’interno di un edificio simbolo della spiritualità locale, risalente all’XI secolo, che si è consumato quello che in molti definiscono un vero e proprio attentato alla dignità e alla privacy.
Il minuscolo dispositivo è stato recuperato e posto sotto sequestro. Ora è al vaglio degli esperti dell’Arma per comprendere il suo funzionamento: si cerca di capire se fosse dotato di memoria interna o se trasmettesse in tempo reale le immagini verso un altro dispositivo, magari esterno alla chiesa. Cruciale sarà anche stabilire da quanto tempo il congegno si trovasse installato nel locale e quante persone siano state inconsapevolmente riprese.
Un’inchiesta delicata e riservata
La vicenda ha spinto la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ad aprire un fascicolo d’inchiesta. Le ipotesi di reato attualmente al vaglio sono quelle di violazione della privacy, interferenze illecite nella vita privata e, se dovesse emergere la presenza di minori tra i soggetti ripresi, anche l’aggravante che potrebbe far scattare ipotesi più gravi.
Le indagini proseguono nel massimo riserbo e si concentrano ora sui frequentatori abituali della basilica, che potrebbero aver avuto l’opportunità di piazzare il dispositivo senza destare sospetti; sulla natura tecnica della microcamera, per verificare se abbia registrato o trasmesso dati; sull’accesso ai locali, per stabilire orari e movimenti sospetti; sull’eventuale presenza di altre telecamere nei paraggi; sull’acquisizione delle immagini di videosorveglianza esterna e delle testimonianze.
Escluso, secondo fonti investigative, qualsiasi coinvolgimento del rettore della basilica. Il sacerdote è stato ascoltato, ma non risulta indagato né sospettato di alcuna negligenza o complicità.
Privacy violata in un luogo di fiducia
L’installazione di una telecamera nascosta in un bagno pubblico è un fatto di per sé grave. Ma se questo avviene tra le mura di una chiesa, in uno degli spazi più intimi e riservati, il fatto assume connotazioni ancora più inquietanti. La presenza di una bambina tra le potenziali vittime della registrazione amplifica la preoccupazione e introduce anche un possibile profilo penale aggravato, che potrebbe determinare pene più severe.
Il reato di installazione illecita di strumenti di ripresa è punito dalla legge in modo rigoroso, soprattutto se commesso in ambienti sensibili o con finalità lesive della dignità personale.
Un caso che scuote e interroga
La comunità di Sorrento, nel frattempo, è sconvolta. In città si parla di un episodio che rompe un patto implicito: quello tra il luogo sacro e chi lo frequenta con spirito di devozione e fiducia. Il caso ha già acceso un dibattito più ampio sulla sicurezza nei luoghi pubblici, sulla necessità di maggiore sorveglianza anche nei contesti religiosi e sull’importanza di tutelare i soggetti più vulnerabili da forme sempre più subdole di controllo e violazione.
Le indagini, secondo fonti vicine agli investigatori, sarebbero già vicine a una svolta. Ma l’eco della vicenda continuerà a farsi sentire ancora a lungo, in una città dove il sacro e il quotidiano convivono da secoli. E dove nessuno, fino a pochi giorni fa, avrebbe mai immaginato di trovare una spia nel bagno della basilica.