Colpo al cuore del clan dei Casalesi: Ivanohe Schiavone, figlio del capoclan Francesco Schiavone, detto Sandokan, è stato arrestato all’alba del 16 luglio dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, riguarda due persone accusate di riciclaggio, autoriciclaggio ed estorsione, reati aggravati dall’agevolazione del clan e dal metodo mafioso.
Operazioni finanziarie e beni nascosti: il sistema di copertura del clan
L’inchiesta, sviluppata tra il 2024 e il 2025 attraverso attività tecniche, accertamenti patrimoniali e riscontri alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha ricostruito un articolato sistema di riciclaggio del denaro del clan. Gli indagati – tra cui Ivanohe Schiavone – avrebbero impiegato, sostituito e trasferito denaro o altre utilità di origine illecita, utilizzando modalità mirate a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Francesco Schiavone, prima della sua cattura, avrebbe acquistato due vasti appezzamenti di terreno, evitando di intestarseli formalmente. I terreni, infatti, restarono fittiziamente intestati al venditore e, dopo la morte di quest’ultimo, passarono ai suoi figli, che li affittarono a una terza persona.
L’estorsione all’affittuario e il tentativo di rivendita pilotata
Per le autorità, gli indagati avrebbero costretto l’affittuario, con metodi camorristici, a rescindere il contratto di locazione e a rinunciare al diritto di prelazione, ostacolando qualsiasi pretesa sull’acquisto del fondo. L’obiettivo sarebbe stato quello di favorire la vendita dei terreni a soggetti individuati dal clan, reinvestendo così parte del patrimonio illecito accumulato nel tempo.
Il valore dei terreni coinvolti è stimato in oltre 500.000 euro. Gli appezzamenti saranno sottoposti a sequestro preventivo.
La continuità del potere criminale nella famiglia Schiavone
Il nome di Ivanohe Schiavone non è nuovo agli investigatori: secondo gli inquirenti, rappresenterebbe una figura di continuità nella gestione degli interessi patrimoniali del clan, agendo per conto del padre Sandokan, ritenuto il fondatore storico dei Casalesi e già condannato in via definitiva in diversi procedimenti per associazione mafiosa.
L’operazione condotta oggi dimostra, secondo la DDA, la persistente vitalità dell’organizzazione e la capacità del clan di proteggere i propri patrimoni attraverso stratagemmi giuridici e minacce dirette, nel tentativo di eludere le misure di prevenzione patrimoniale e mantenere il controllo su beni formalmente intestati a soggetti terzi.
Con questo intervento, la magistratura antimafia punta non solo alla repressione dei reati, ma anche all’aggressione dei patrimoni illeciti, colpendo le strutture economiche che ancora oggi sorreggono la forza dei clan.