Nella serata del 16 luglio 2025, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, in collaborazione con la D.C.S.A. e il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia hanno rintracciato e arrestato ieri sera a Orihuela, nella provincia di Alicante, in Spagna, Simone Bartiromo, latitante internazionale inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno. L’operazione è stata eseguita con il supporto in fase esecutiva della Udyco – Policia National di Madrid.
Un narcos internazionale con radici profonde nella camorra napoletana
Classe 1989, originario di Marano, Bartiromo è considerato un broker di narcotraffico di livello internazionale, erede del ruolo svolto da Raffaele Imperiale, noto come «il boss dei Van Gogh». La sua latitanza si è protratta per quasi tre anni, durante i quali ha mantenuto un ruolo centrale nel sistema criminale camorristico, collegando direttamente il clan Sorianiello del Rione Traiano, affiliato all’Alleanza di Secondigliano, e il clan Amato-Pagano, i cosiddetti “scissionisti”.
Bartiromo gestiva da tempo, direttamente dalla Spagna, l’approvvigionamento di cocaina e hashish destinati a piazze di spaccio in Campania, ma anche in Sicilia (Palermo e Catania) e Puglia (Foggia e Brindisi). Le indagini hanno evidenziato una fitta rete di contatti con organizzazioni criminali albanesi e spagnole, con le quali stringeva accordi per la gestione dei carichi di droga.
Il ruolo strategico nel narcotraffico e i legami criminali
Il latitante, soprannominato «l’immortale», era il grande irreperibile dell’operazione che aveva portato all’arresto di Antonio Pompilio a Barcellona, ritenuto reggente degli Amato-Pagano. Bartiromo emerge anche come figura chiave in vari provvedimenti giudiziari, tra cui quello di settembre 2023 contro il clan Sorianiello.
Gli inquirenti lo hanno descritto come un narcos professionista, trasversale e con ampi legami criminali. Negli anni si è avvicinato anche a gruppi come i Cutolo e i Mele di Bagnoli, divenendo un punto di riferimento dopo l’arresto di grossi fornitori come Mario Cerrone e lo stesso Raffaele Imperiale. In un’intercettazione, Bartiromo parla di sé come inserito nel gruppo criminale che fa capo a Giovanni Cortese, ex braccio destro di Cosimo Di Lauro, defunto padrino di Secondigliano.
Indagini e retroscena dell’operazione
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita ieri si basa su indagini complesse coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, partite nel giugno 2017. Fu proprio in quell’anno che venne sequestrata una partita di 25 chili di cocaina nascosta in un carico di caffè proveniente dal Brasile, giunto al porto di Napoli in un container.
Nonostante numerosi blitz e provvedimenti restrittivi, Bartiromo era riuscito fino ad oggi a sfuggire alla cattura, mostrando abilità nel mantenere la latitanza e nel continuare a gestire il traffico di stupefacenti su larga scala.
Un colpo al narcotraffico camorristico con estese ramificazioni
L’arresto di Simone Bartiromo rappresenta un duro colpo per il narcotraffico internazionale legato ai clan napoletani, in particolare per il controllo delle piazze di spaccio nel Rione Traiano, nella cosiddetta “zona della 99”, a Scampia, Secondigliano, nei comuni di Melito e Mugnano di Napoli, ma anche in aree di Sicilia e Puglia.
Il suo arresto testimonia la capacità delle forze dell’ordine italiane e internazionali di coordinarsi efficacemente per contrastare le organizzazioni criminali transnazionali che sfruttano la mobilità europea per gestire traffici illeciti su vasta scala.