È finita a Villa Literno, in provincia di Caserta, la latitanza di Salvatore Langellotto, 56 anni, imprenditore edile originario di Castellammare di Stabia, ma residente da tempo a Sant’Agnello, già noto alle cronache giudiziarie per legami con la criminalità organizzata dei Monti Lattari. Dopo oltre un mese di irreperibilità, che si era trasformata di fatto in latitanza, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli, al termine di un lungo inseguimento per le strade del comune casertano.

La condanna definitiva

Langellotto era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Napoli: dovrà scontare una condanna definitiva a 7 anni, 6 mesi e 18 giorni di reclusione per reati in materia fallimentare, derivanti dal cumulo di pene relative a precedenti vicende giudiziarie. Al momento dell’arresto era in possesso di un documento d’identità contraffatto, sequestrato dai militari dell’Arma: è stato quindi arrestato in flagranza anche per questo reato.

I procedimenti pendenti

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Claudio d’Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno

Non solo: Langellotto è imputato in due distinti procedimenti in corso a Torre Annunziata, entrambi legati ad episodi di violenza e intimidazione. In uno è accusato di aver aggredito fisicamente Claudio d’Esposito, presidente del WWF della Penisola Sorrentina, per vecchi rancori legati a una denuncia che aveva bloccato la realizzazione di 228 box in un giardino a Sorrento.

Nell’altro è sotto processo per atti persecutori nei confronti del giornalista Vincenzo Iurillo de Il Fatto Quotidiano, che aveva più volte scritto articoli sulle attività imprenditoriali e giudiziarie dell’arrestato. Secondo l’accusa, Langellotto avrebbe più volte minacciato il cronista, intimandogli di “stare attento” a ciò che scriveva.

Il servizio de Le Iene

Proprio le inchieste giornalistiche di Iurillo avevano portato all’attenzione nazionale il caso, con un servizio de Le Iene, andato in onda nel gennaio 2024, nel quale si documentava la “benedizione” pubblica dei camion dell’imprenditore avvenuta il 30 dicembre 2023 sul sagrato della chiesa di Sant’Agnello. Durante una telefonata trasmessa nel servizio di Giulio Golia, Langellotto si era lasciato andare a pesanti intimidazioni nei confronti del giornalista.

Dai cantieri alla cella

Fino a poco prima della fuga, Langellotto era sottoposto solo al divieto di dimora nella provincia di Napoli, ma continuava comunque a gestire i suoi cantieri edili nelle province limitrofe. Ora, con l’arresto e il trasferimento in carcere, si chiude (almeno per il momento) la parabola di un personaggio controverso, al centro di inchieste penali, cronache locali e tensioni con stampa e ambientalisti.

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