Fuga da Poggioreale, presi i due evasi: il carcere simbolo cede ancora e monta la rivolta dei sindacati

Nella notte, due detenuti stranieri sono riusciti a evadere dal carcere di Napoli-Poggioreale. Si tratta dell’algerino Mahrez Souki, 32 anni, e del siriano Kazem Mohmed Elokla, 23 anni, entrambi reclusi per rapina. Secondo le prime ricostruzioni, i due hanno praticato un foro nella parete della cella, raggiungendo il perimetro esterno e riuscendo a calarsi oltre il muro di cinta utilizzando una corda rudimentale, realizzata con lenzuola annodate.

L’allarme sarebbe scattato regolarmente, ma la fuga, avvenuta tra le 3 e le 4 del mattino, ha beneficiato dell’oscurità e della ridotta presenza di personale, particolarmente accentuata nel periodo estivo. Dopo ore di ricerche, uno dei due fuggitivi è stato subito catturato. Poche ore dopo anche il secondo evaso è stato rintracciato e riportato in carcere grazie all’intervento della Polizia Penitenziaria, del Nucleo Investigativo Centrale e della sua articolazione campana.

I precedenti e il simbolo di Poggioreale

Quella della scorsa notte è la seconda evasione che si registra a Poggioreale in tempi recenti. Il carcere, considerato per decenni una vera fortezza, aveva subito la sua prima evasione moderna il 25 agosto 2019, quando il polacco Robert Lisowski, arrestato l’anno precedente per omicidio, riuscì a scappare sempre con un sistema simile, calandosi con lenzuola annodate. Fu catturato il giorno seguente nei Quartieri Spagnoli di Napoli, claudicante e con una frattura causata dalla discesa dal muro di cinta.

Per i sindacati, la nuova fuga rappresenta un ulteriore colpo all’immagine di una struttura storicamente ritenuta inespugnabile. «Poggioreale, che per decenni è stata considerata una fortezza da cui era impensabile evadere, oggi diventa il simbolo del crollo dell’intero sistema penitenziario», ha dichiarato Vincenzo Santoriello della ConSiPe.

La denuncia degli organici ridotti

Diversi rappresentanti sindacali hanno sottolineato come la cronica carenza di personale sia stata una delle condizioni che ha reso possibile l’evasione. «Il problema non riguarda soltanto l’estate o le ferie – spiega Orlando Scocca, segretario regionale per la Campania del sindacato autonomo di polizia penitenziaria – poiché da anni gli organici della Polizia Penitenziaria risultano insufficienti, con una carenza media che sfiora il 30% rispetto al fabbisogno reale. Ciò compromette in maniera irreversibile sia i livelli di sicurezza che la funzionalità delle strutture».

Secondo il segretario generale del sindacato, Roberto Santini, il sistema penitenziario necessita di un intervento immediato: «L’evasione di Poggioreale rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme. È ormai evidente che il sistema penitenziario necessita di una riforma complessiva, capace di coniugare sicurezza, dignità detentiva e tutela del personale». Oggi la Polizia Penitenziaria conta poco più di 36.000 unità, a fronte di un fabbisogno di circa 42.000, con un deficit di circa 6.000 agenti.

Le voci dei sindacati dopo la cattura

La notizia della cattura dei due detenuti non ha placato le polemiche. «Ripreso dalla Polizia penitenziaria, grazie anche al nucleo investigativo centrale e alla sua articolazione campana, il secondo evaso dal carcere napoletano di Poggioreale», ha dichiarato Gennarino De Fazio, segretario generale UILPA Polizia Penitenziaria, sottolineando come il problema non si esaurisca con la cattura ma rimanga strutturale: «Ancora una volta la Polizia penitenziaria ci ha messo una toppa, ma oltre al buco in cella a Poggioreale, rimangono tutte le falle di un sistema penitenziario colabrodo e completamente alla deriva».

Anche Leo Beneduci, segretario generale dell’OSAPP, ha messo in evidenza le stesse criticità: «È probabile che l’evasione sia stata messa in atto verso le ore 3 o 4 e quindi ancora con il favore delle tenebre ed approfittando della oramai ridotta presenza di personale di Polizia Penitenziaria nel mese di agosto. Ma l’evento è più che mai significativo delle condizioni in cui versa la stragrande maggioranza degli istituti penitenziari italiani».

Sovraffollamento e degrado strutturale

Alla carenza di personale si aggiunge il problema del sovraffollamento. Secondo i dati diffusi dalla UILPA Polizia Penitenziaria, a Poggioreale sono detenute 2.114 persone a fronte di una capienza regolamentare di 1.332 posti, con un surplus del 159%. Gli agenti in servizio sono 660, meno della metà del fabbisogno stimato in 1.228 unità.

«Sfidiamo qualsiasi sistema organizzato a funzionare efficacemente in simili condizioni. Del resto, a livello nazionale sono 16mila i detenuti oltre i posti disponibili e 18mila gli agenti mancanti alla Polizia penitenziaria, che diventano 20mila nelle carceri», ha denunciato De Fazio. «La disfatta del sistema è sempre più evidente».

La richiesta di responsabilità politica

Dopo la fuga, anche la politica ha preso posizione. Aldo Di Giacomo, segretario del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Spp-Cnpp, ha chiesto un cambio di passo immediato: «Nelle carceri la situazione è insostenibile ed ampiamente annunciata, mai così negli ultimi 30 anni, la polizia penitenziaria è completamente abbandonata. Il primo segnale che chiediamo sono le dimissioni di Andrea Delmastro, sottosegretario con delega alle carceri. Il governo inizi ora e subito ad interessarsi delle carceri con atti concreti altrimenti sarà troppo tardi».

Anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha ribadito: «Questa evasione non può essere ridotta a un episodio isolato: è il risultato di un sistema che da troppo tempo vive una condizione di emergenza continua. Il personale è stremato, costretto a turni massacranti e all’accorpamento di posti di servizio, con conseguenze gravissime sul piano della sicurezza e della tenuta psico-fisica degli agenti».

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