La battaglia per la riapertura del pronto soccorso di Boscotrecase prosegue, ma l’entusiasmo delle prime manifestazioni sembra essersi esaurito. Al flash mob organizzato davanti all’ospedale Sant’Anna, che in passato aveva mobilitato centinaia di cittadini, si sono presentati veramente pochi partecipanti. Un numero che fotografa la crescente rassegnazione della popolazione, nonostante siano circa 100mila le persone dei comuni limitrofi costrette a fare i conti con l’assenza di un presidio sanitario di emergenza.
Una mobilitazione sottotono
L’iniziativa del Nucleo operativo ha radunato stamattina appena una cinquantina di persone, secondo alcune stime, lontane dalle grandi presenze del passato. I promotori hanno voluto comunque ribadire che la mobilitazione continuerà fino a ottenere risultati certi. “Non siamo tantissimi, ma siamo le persone giuste per far sentire la nostra voce. Ringraziamo anche chi, da territori lontani dal nostro, ha scelto di mobilitarsi al nostro fianco”, ha dichiarato il presidente Bruno Ausiello, ricordando che l’assenza del pronto soccorso non riguarda solo la comunità locale ma anche i comprensori vicini.
Promesse sui lavori e nuovi reparti
Gli attivisti hanno riferito delle rassicurazioni arrivate dal direttore sanitario della struttura, il dottor Giuseppe Lombardi: i lavori sarebbero ormai prossimi alla conclusione e sarebbero stati previsti anche nuovi reparti.
Luciano Donadio ha spiegato che la garanzia di riapertura esiste, ma l’obiettivo è ottenere tempi rapidi e concreti. “Non vogliamo più sentir parlare di una riapertura ‘a breve’. Esigiamo tempi certi e rassicurazioni concrete“, ha sottolineato Ausiello.
Un territorio senza pronto soccorso
L’assenza del presidio pesa su Castellammare di Stabia e Torre del Greco, i cui ospedali sono costretti a reggere un flusso eccessivo di utenza, con conseguenti disagi, tempi di attesa più lunghi e rischi crescenti per i pazienti. “Alla chiusura si aggiunge la cronica mancanza di personale, che rende impossibile gestire l’ampia platea di utenti”, ha denunciato il presidente del Nucleo operativo, ricordando come durante il Covid il pronto soccorso venne chiuso e il personale trasferito in altre strutture.
Timori politici e delusione popolare
Molti attivisti hanno espresso il timore che la riapertura possa diventare uno strumento di propaganda elettorale. “Non vorrei che questa riapertura arrivasse sotto elezioni, preferiremmo una data concreta e vicina”, ha dichiarato Salvatore Napodano, assessore e attivista di Trecase. Una posizione che sintetizza il clima di sfiducia verso le istituzioni, accusate di promettere senza mantenere.
Poche presenze istituzionali e la denuncia di Libera
Alla mobilitazione non sono mancate presenze simboliche, come i consiglieri comunali di Torre Annunziata Luisa Acunzo, Salvatore Monaco, Anastasia Quaranta e Marco Russo. Assenti invece le istituzioni in forma ufficiale, mentre il movimento ha ringraziato le forze dell’ordine per il lavoro di presidio e sostegno.
Più duro l’intervento di Max Napolitano, referente di Libera, che ha legato la vicenda sanitaria al tema della trasparenza amministrativa. “La camorra agisce quando lo Stato non c’è. Poi vediamo nei consigli comunali infermieri con mille voti: significa che ci fanno favori e ci spingono a votarli”, ha affermato, denunciando un vuoto istituzionale che favorirebbe i meccanismi clientelari e la criminalità organizzata.
Sicurezza del personale sanitario
Nel corso dell’iniziativa si è parlato anche della sicurezza di medici e infermieri, spesso vittime di aggressioni nei reparti. Gli attivisti hanno chiesto maggiori tutele e condizioni di lavoro più sostenibili, denunciando il forte stress a cui è sottoposto il personale sanitario.