La polizia ha ricostruito un intreccio criminale che collega la tentata rapina alla gioielleria Gioie di Torrette di Mercogliano all’omicidio di Santo Romano, il ragazzo di 19 anni ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2024. Uno dei rapinatori era infatti il giovane 17enne di Napoli già condannato per quell’assassinio, scatenato da una lite per una scarpa pestata.
Per il minorenne ora anche la tentata rapina aggravata
Gli agenti della Squadra Mobile di Avellino hanno notificato al 17enne un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di Napoli. Il ragazzo deve rispondere di tentata rapina aggravata e porto abusivo di armi comuni da sparo. Dopo la notifica del provvedimento, è stato trasferito all’istituto penale per minorenni di Roma – Casal del Marmo.
Con il nuovo arresto, salgono a tre i componenti del commando finiti dietro le sbarre. Già nel mese di giugno erano stati catturati due uomini di 30 anni, entrambi del Napoletano, ritenuti coinvolti nella stessa tentata rapina.
L’omicidio di Santo Romano
L’omicidio di Santo Romano sconvolse la comunità di San Sebastiano al Vesuvio. Durante una lite per motivi banali, il 19enne venne raggiunto da un colpo di pistola al petto. Secondo la ricostruzione, Santo avrebbe cercato di fare da paciere tra due ragazzi, ma fu colpito a morte dal 17enne oggi accusato di un nuovo crimine.
Le indagini hanno rivelato che il giovane, già coinvolto in ambienti criminali, aveva partecipato alla tentata rapina di Mercogliano appena dieci giorni prima dell’omicidio.
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Il colpo fallito alla gioielleria Gioie
Era il 22 ottobre 2024, intorno alle 11 del mattino, quando un commando di quattro persone mise in atto il piano criminale ai danni della gioielleria Gioie di Torrette di Mercogliano. Tre rapinatori, con il volto coperto da maschere di Carnevale e armati di fucili e pistole, fecero irruzione all’interno del negozio minacciando la dipendente, mentre un quarto complice rimase in auto a fare da palo.
Tutti i membri della banda indossavano un giubbotto verde. Tra loro c’era anche una donna, che poco prima si era finta cliente per farsi aprire la porta d’ingresso, fingendo interesse per un acquisto di gioielli. Appena varcata la soglia, i tre complici fecero irruzione, puntando le armi contro la commessa terrorizzata.
Il coraggio di un negoziante
La rapina fallì grazie al coraggioso intervento del titolare di un negozio di prodotti per animali adiacente alla gioielleria. L’uomo, notando dalle telecamere di sorveglianza la scena in corso, allertò immediatamente la polizia e cercò nel frattempo di disturbare i rapinatori.
Secondo la ricostruzione, il commerciante lanciò verso di loro un bastone, nonostante uno dei malviventi gli avesse puntato contro un’arma da fuoco. Mentre la tensione cresceva, sul posto arrivarono le pattuglie di polizia, costringendo i banditi alla fuga.
La fuga del commando
Sorpresi dall’arrivo delle forze dell’ordine, i rapinatori fuggirono a bordo di un’auto di colore scuro, dileguandosi in direzione del casello autostradale di Avellino Ovest. La donna, invece, riuscì ad allontanarsi a bordo di una utilitaria, facendo perdere le proprie tracce.
Il trambusto, le urla della dipendente e il frastuono dei movimenti concitati attirarono l’attenzione dei residenti del palazzo, che assistettero con paura a quei momenti di terrore. Sul posto giunsero anche carabinieri e poliziotti, che avviarono subito i rilievi e le prime acquisizioni di prove.
Le indagini e la ricostruzione
La complessa attività investigativa condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino ha permesso di ricostruire nei minimi dettagli le fasi della tentata rapina, gli atti preparatori e le modalità d’azione del gruppo. Le indagini, sviluppate con meticolosità e riscontri tecnici, si sono avvalse anche di testimonianze dirette e di analisi dei sistemi di videosorveglianza.
Gli inquirenti sono così riusciti a identificare alcuni membri del commando armato, tra cui il minorenne napoletano nel frattempo divenuto tristemente noto per l’omicidio di Santo Romano. La Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, valutate le risultanze investigative, ha richiesto e ottenuto l’emissione della misura cautelare, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico del ragazzo per i reati contestati.
L’ordinanza del giudice
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di Napoli, accogliendo le richieste della Procura, ha disposto il nuovo arresto del 17enne, ritenendo che il giovane mostrasse una spiccata pericolosità sociale e una capacità criminale ormai consolidata.
Come si legge nel provvedimento, il minore avrebbe partecipato attivamente al tentativo di rapina, armato e travisato, con un ruolo determinante nella pianificazione e nell’esecuzione del colpo. Le indagini proseguono per individuare gli altri componenti del gruppo, tra cui la donna che fece da esca e l’autista che favorì la fuga del commando.