I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Napoli, nel corso di un’ispezione finalizzata a verificare la regolarità delle spedizioni transfrontaliere di rifiuti, hanno intercettato un carico di rottami ferrosi prodotti da una società di Caivano (NA) e destinati a un’acciaieria di Izmir, in Turchia, per la fusione in altoforno.
Durante il controllo, condotto con il supporto di Arpa Campania, i militari hanno scoperto che i rottami erano misti a rifiuti solidi urbani e pericolosi – tra cui filtri olio, batterie esauste, parti meccaniche di veicoli non bonificati, legno, gomma, poliuretano, schede elettroniche e pneumatici – e accompagnati da falsa documentazione che attestava inesistenti operazioni di trattamento e recupero.
In realtà, il materiale era destinato a smaltimento illecito, falsamente dichiarato come MPS (materia prima secondaria). Estendendo i controlli all’impianto aziendale, i carabinieri hanno trovato e sequestrato ulteriori 250 tonnellate di rifiuti speciali con la stessa falsa qualificazione, per un totale complessivo di 370 tonnellate di materiali irregolari.
Il legale rappresentante della società, un 32enne di San Giuseppe Vesuviano, è stato arrestato per il reato di spedizione illegale di rifiuti pericolosi ai sensi degli artt. 259 e 259 bis del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.L. 116/2025, che ha inasprito le pene per tali condotte.
Sono stati inoltre sequestrati quattro automezzi utilizzati per il trasporto delle circa 120 tonnellate di rifiuti già in viaggio.
L’uomo, dopo la convalida dell’arresto da parte del GIP del Tribunale di Napoli Nord, è stato rimesso in libertà poiché incensurato.
Si tratta del primo arresto in Italia per il nuovo delitto di spedizione illegale di rifiuti, introdotto dal recente decreto.