In un momento in cui spesso si parla degli ospedali soltanto per denunciare disservizi, ritardi o carenze, c’è anche chi, dopo aver vissuto un’esperienza drammatica, sceglie di raccontare una storia di buona sanità, vissuta sulla propria pelle. Lo fa con il cuore in mano, e con parole semplici ma piene di gratitudine.
E’ il caso di Speranza Spina, mamma pimontese malata di tumore al seno, che ha voluto dire pubblicamente “grazie” ai medici della Breast Unit dell’ospedale Cardarelli di Napoli che, come afferma, “mi hanno salvato la vita”. “E’ un presidio di efficienza, professionalità, avanguardia e garbo – afferma – Quando si incontra il buio si cammina senza direzione e nessun orientamento, tutta la realtà diventa un agguato alla tua sicurezza. Se incontri un’anima luminosa che ti sussurra come schivare i pericoli invisibili, allora la possibilità di superare il tunnel diventa concreta. Quando esci “a riveder le stelle” senti il bisogno etico di dare testimonianza e di farti traino di coloro che stanno vivendo il tuo stesso buio, perchè non c’è nulla di più vitale della condizione del naufrago quando dalla riva guarda il mare in tempesta e prova gioia per aver scampato il pericolo”. Speranza racconta di essere entrata nel reparto Oncologia del nosocomio napoletano con tanta paura dopo la terribile diagnosi. Ma di aver trovato ad accoglierla “un’equipe di medici e infermieri straordinari, sono stati i miei angeli custodi, hanno un’identità: si chiama Breast Unit dell’unità di senologia dell’ospedale Cardarelli con a capo il dottor Martino Trunfio.
La sua squadra – continua il racconto – fa attenzione a cosa c’è dietro la soglia della malattia, un team che cura le persone e che vede il sottile filo dell’esistenza fragile: allora senti che il loro lavoro si dipana a rafforzare quel labile filo, annodandolo saldamente alla vita con professionalità e gentilezza per ottenere una guarigione completa, che tocchi tutti gli aspetti della persona e non solo della paziente”. Speranza ringrazia così pubblicamente l’intera èquipe, con il dottor Salvatore Minelli (responsabile del dipartimento delle tecnologie avanzate diagnostico terapeutiche e della diagnostica senologica), il dottor Michele Liguori, la dottoressa Puca, il dottor Mele e il dottor Cennamo, la case manager Carmela Castaldi. E ancora, l’oncologo Ferdinando Riccardi, la dottoressa Chiurazzi, la dottoressa Mauro e l’equipe della farmaciste e poi le infermiere Stefania, Roberta e “la dolcissima Maria”.
“Ecco – continua Speranza Spina – questi sono i nomi della mia cura, delle mie speranze, della mia voglia di vivere. Ha nomi propri, la mia cura. Ha sguardi sinceri, parole appropriate nei momenti di smarrimento. I nomi di professionisti che dietro una diagnosi, una prescrizione, un appuntamento al padiglione A, Piano -1, ti fanno sentire a casa. Medici e personale infermieristico mai distratti – continua – mai austeri, mai formali, sempre attenti. Giorno per giorno ti accorgi che l’ ascolto, l’accoglienza della tua paura di fronte all’ incertezza di questo male, che si chiama “tumore al seno”, e che all’ inizio non riesci nemmeno a nominare, finisce per essere abbracciata dalla professionalità e dalla dedizione di questa equipe che ad un certo punto smette di avere i panni della professione e indossa quelli della missione quotidiana”.
E quindi le conclusioni. “Oggi, grazie a questa unità medica, si può affermare che la sanità del Sud non ha proprio nulla da invidiare a nessuna altra realtà. Lo testimoniano migliaia di donne in cura che come me chiedono di riappropriarsi del loro sorriso. Noi tutte cerchiamo di avere la giusta forza e il coraggio necessario che serve a guarire. Le fragilità sono alleviate dal garbo, dal sorriso e dalla sicurezza che tutta questa squadra mette a tua disposizione. La Breast Unit dell’ ospedale Cardarelli di Napoli fa tutto questo. Anzi, lo dona ad ognuna di noi, quotidianamente. Questa unità di cura rappresenta il vanto della sanità oncologica in Campania e gli standard qualitativi offerti sono alla pari delle migliori squadre di Senologia Oncologica di tutta l’ Europa”. Un messaggio forte, quello della signora Spina, che non vuole solo ringraziare pubblicamente i sanitari, ma anche invitare tutti a cambiare prospettiva.
Francesco Fusco










