L’associazione “La Paranza” presenta la rivista Fensern in occasione della festa dei 150 anni dell’Unità d’Italia

Una domenica di ricordi, esperienze vissute, aneddoti, amori passati ma che vivono ancora, un’ atmosfera  resa ancora più intima e memorabile dalla location, l’associazione “La Paranza” dove si è svolta  la presentazione della rivista Fensern. Quest’ultima prende il nome dal gruppo archeologico  sommese diretto da Angelo Di Mauro, e in occasione della festa dei 150 anni dell’Unità d’Italia  ha pubblicato un nuovo numero, ricordando l’eroismo di alcuni cittadini sommes. i La rivista è caratterizzata da articoli sul patrimonio storico, antropologico, archeologico, artistico e religioso di Somma Vesuviana ma anche su personaggi come Francesco De Martino, Francesco De Siervo, Giovanni Coffarelli, e anche riflessioni sulle tradizioni popolari della cittadina vesuviana. Non mancano poi le numerose attività, i tanti convegni dedicati al vino, alla magia dell’acqua e alle poesie, organizzati dall’associazione Fensern nell’anno 2010. A moderare l’incontro Ciro Raia che non ha esitato a sottolineare la forte passione e sete di conoscenza  che da sempre contraddistingue i collaboratori. Un forte tentativo quello di Di Mauro  di proteggere , conservare, e tramandare alle nuove generazioni questa attività – spiega Malva – che rischia di non avere eredità storica.  L’incontro ha colto l’occasione anche per ricordare i briganti filo-borbonici fucilati in Piazza Trivio nel 1861 nonché i due garibaldini inumati nel cimitero di Somma. Ai presenti, Di Mauro propone poi nuove ipotesi etimologiche di “Somma”, dichiarando che il termine Somma è “un sostantivo e non un aggettivo e indica la somma, l’insieme di più villaggi o comunità stanziati ai piedi del monte Vesuvio”. Una interpretazione, questa di Di Mauro, che non è condivisa da altri studiosi locali, per i quali “Summa” resta un aggettivo. A concludere  l’incontro ancora Raia  che pone l’attenzione  sul fatto che c’è bisogno di un revisionismo della storia locale. E sul finire ricordando il Coffarelli: “Spero che in questo laboratorio, voluto da Coffarelli, si possa dare corpo ad un’idea di cultura diversa, che non sia più occasionale, sporadica. Che questo  luogo divenga un posto ideato per il confronto, per far sì che si possano alzare gli aquiloni sui tetti di Somma Vesuviana”.

Dora Ambra

 

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