L’intersezione tra moda e arti contemporanee rende interessante il lavoro dei giovani designer , delineando una community che mescola intrepidamente musica , arte , danza , cinema , architettura e scienza in un rapporto creativo a più voci . Il risultato , che potrebbe essere disarmonico , sgradevole
, eccessivo , diventa invece , magicamente caleidoscopico .
L’apertura verso altre discipline nutre il linguaggio fashion , rendendolo più complesso e in assonanza con lo spirito del tempo . Tina Kalivas , australiana di origini greche , rappresenta bene la tendenza ad incorporare nel proprio lavoro collaborazioni eterogenee .Kalivas ha iniziato a Londra studiando Storia del Costume al London college of fashion , per poi lavorare ad Angels and Bermans , nota costume house della capitale . E’ questo il background su cui poggia la sua c
reatività : dai pezzi unici per le sfilate di Alexander McQueen alla carriera di fashion designer e costumista per il cinema , dove ha lavorato con Sandy Powell e Lindy Hemming , ottenendo nel 2010 il Best costume designer agli Asian film awards per i costumi della saga fantasy giapponese “Goemon”
Ha iniziato la sua carriera lavorando nel team di Alexander McQueen e ora, a distanza di 8 anni dalla sua prima collezione presentata alla Mercedes Australian fashion week 2002, ha vestito , con una giacca multicolor dagli inserti leopardati , Rihanna alla presentazione del suo nuovo disco “Loud” a Times Square NYC
durante la trasmissione Seven di MTV.
L’ispirazione
si trova in qualsiasi cosa la circondi, che sia l’arte, un quadro, una fotografia, un libro o una musica.
Testimone di quanto possa essere possibile e bello far interagire tematiche impegnative e moda ecco la collezione “Hive mind” . Una collezione anticomformista che esplora il modo in cui le nostri menti sono tutte collegate tra loro attraverso una cultura condivisa . A condurla a questo pensiero/concetto sono stati Gorge Orwell , Aldous Huxley e Fritz Lang, ovvero scrittori di fantascienza e registi ( nel
caso di Lang) degli anni’20 e ’40.
Una presa di coscienza verso la paura della globalizzazione e della perdita di identità individuale che questi scrittori hanno introdotto con le proprie opere creando immagini ( e immaginari ) incredibili, stagliati su affascinanti
sfondi e mondi futuristici ; mondi che sono diventati appunto classici retrò Sci-Fi – basti pensare a Metropolis – .
Alla tappezzeria frutto di queste influenze , Hive Mind ha anche un’altra icona di riferimento appartenete anch’essa agli anni Ruggenti : la flapper girl Josephine Baker , ballerina americana accettata a Parigi per la sua danza provocante , stravagante ma vera . Un connubio perfetto tra forme concettuali e ultra femminili , tra moda futuristica e tribale .
Nelle sue collezioni , Tina esprime anche una fascinazione intensa per le culture lontane , incorporando elementi esotici , traducendoli in uno stile grafico etnico .
Una continua esplorazione – e contaminazione – che caratterizza anche la collezione invernale : motivi ispirati ai totem trasformati in esuberanti stampe coloratissime , abbinate a linne moderne e pulite , intagliate come fossero parti di una scultura.
E’ chiaro che la stilista è una vera cittadina del mondo ; una viaggiatrice che riesce a far sue culture e terre lontane , al fine di estrarre i componenti adatti per le sue collezioni senza ricadere però in eccessi di costumi . Sete di cultura e creatività intrisa di una piena consapevolezza sociale che si riflette acutamente nel suo lavoro . Abiti , dunque , (anche) metropolitani . Tele fatte di un unico colore , base perfetta per creare frattali di stampe iniettate di color block e ricami che, come in questa collezione , richiamano quelli dei nativi americani . Linee grafiche che assecondano i vari modelli e guidano la struttura del corpo in diversi modi , sia che si tratti di zig-zag che attraversano una gonna , scendendo dalle braccia/spalle per poi toccare le gambe , sia che si tratti di pannelli . Per creare le stampe ad alveare che danno l’idea di un effetto ottico creato con esagoni e cubi, Tina ha collaborato con Jonathan Zawada di Fashematics. Decori digitali a frattali partendo da pattern tradizionali ispirati all’estetica degli indiani d’America e ai loro riti misteriosi.
Contrasti materici netti : PVC nero e tessuto di maglia mescolati con lane e sete .
Mentre lei continua ad esplorare metodi di manipolazione del tessuto e tecniche di taglio, noi possiamo acquistare i suoi capi su Asos (grazie Asos!) .
Si rimane decisamente affascinati ed estasiati di fronte a certi talenti. Tina Kalivas è una di questi. Capace di creare abiti che diventano eleborate visioni di un mondo futuro , cosmopolita , proiettato nel presente .. nostalgico del passato .
M.Chiara D’Apolito