Continua la partecipazione attiva della Confedir alla formulazione dell’accordo “la Staffetta generazionale” tra Regione Campania e organizzazioni Datoriali e Sindacali. L’accordo permetterà un ricambio graduale tra lavoratori prossimi alla pensione (che entreranno in regime di part time) e giovani disoccupati. Stefano Cavallini, da pochi mesi Coordinatore Regionale Confedir, la confederazione rappresentate la dirigenza e i quadri direttivi più importante in Italia, commenta la riunione tenutasi presso la Regione Campania alla presenza dell’assessore Severino Nappi: “la Confedir in questa fase del lavoro ha posto il rilievo su due punti a suo avviso fondamentali per i lavoratori e che rispecchiano la visione confederale sui temi della legalità e sulla salvaguardia del lavoratore.”
Si è chiesto infatti che le imprese beneficiarie dell’accordo abbiano come requisito la non sussistenza, cause di divieto, decadenza o sospensione di cui all’art. 10 della Legge n. 575/1965 (legge antimafia) e, inoltre, non sussistano le cause di esclusione di cui all’art. 1 bis comma 14 della Legge 18/10/2001 n. 383 (Norme per incentivare l’emersione dall’economia sommersa) e non destinatarie di sanzioni interdittive di cui al D.Lgs. n. 231/2001 o di altre sanzioni interdittive.
Si è sottolineato, inoltre, come uno degli obiettivi di questo accordo è l’assunzione a tempo indeterminato del lavoratore dopo al più 3 anni di contratto di apprendistato. L’accordo infatti è interessante da un punto di vista del datore di lavoro in quanto il know how del dipendente prossimo alla pensione non sarà disperso ma sarà passato al neoassunto. Inoltre in questo passaggio si userà il contratto di apprendistato più favorevole fiscalmente. Ma l’accordo deve essere favorevole anche al lavoratore che aspira, dopo un triennio, alla stabilizzazione a tempo indeterminato con un contratto adeguato.
I temi affrontati “staffetta generazionale” sono di attualità anche nella scuola, ambito di competenzadell’Anief, associazione sindacale – settore scuola aderente alla Confedir, di cui Stefano Cavallini è presidente Regionale Campania.
L’Inps è a rischio crac. Il ragionamento degli esperti è semplice: fino a quando il Pil calerà, ci sarà meno lavoro, quindi meno contributi versati, quindi meno pensioni. Quindi si pensa ad un sistema di incentivazione della flessibilizzazione delle possibilità di uscita in cambio di una decurtazione, un pezzettino, delle pensioni. Lo scopo è il ricambio generazionale. Dopo la Gilda degli Insegnanti, che ha proposto di permettere la somma di part-time e metà pensione negli utlimi 5 anni di servizio, con lo scopo di liberare posti per i giovani aspiranti docenti, è la volta della CISL che chiede maggiore flessibilità in uscita dal lavoro: “l’utilizzo contrattato e volontario del part time negli ultimi anni della carriera lavorativa, senza penalizzazioni per i lavoratori interessati e lo sviluppo di forme mutualistiche integrative finalizzate a consentire un’uscita anticipata dal lavoro, da sostenere con opportuni incentivi fiscali e previdenziali, possono contribuire positivamente all’obiettivo di aumentare progressivamente l’età effettiva di pensionamento in una prospettiva socialmente sostenibile”.