L’ombra del racket incombe su Napoli e l’hinterland: questa volta sono 6 i colpi di pistola esplosi contro una sala scommesse di Licola, intorno alle 19.00 di ieri.
Ad aprire il fuoco sarebbe stato un uomo giunto in moto con il volto coperto da casco integrale che si sarebbe poi immediatamente dato alla fuga.
Sul posto sono giunti i carabinieri di Pozzuoli che hanno proceduto ai rilievi di rito. Secondo quanto trapela dovrebbe trattarsi di un atto intimidatorio bei confronti del titolare dell’esercizio commerciale: il classico avvertimento con ogni probabilità per la tassa da versare alla camorra in prossimità delle festività natalizie.
Il modus operandi che precede l’azione lesiva è sempre lo stesso: affiliati si recano in vista alle attività commerciali prese di mira e dopo aver chiesto del titolare parlano esplicitamente di un regalo da fare periodicamente ai carcerati o di una sorta di offerta da devolvere agli “amici” per evitare guai.
Gli 007 della Benemerita in queste ore starebbero visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza installate nella zona per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e risalire all’identità dell’attentatore che potrebbe non aver agito da solo.
Forse qualcuno lo attendeva in sella ad un moto poco distante dalla sala scommesse, complici a loro volta armati pronti a intervenire se fossero sorte complicazioni (passaggio di una volante o intervento di qualche esponente delle forze dell’ordine per caso sul posto al momento del raid).
Il pizzo: questo cancro sociale che ha negli anni stritolato piccole e grandi imprese continua a seminare metastasi ovunque sul territorio. L’appello delle forze dell’ordine e delle tante associazioni antiracket è quello di denunciare prontamente all’autorità giudiziaria qualsiasi richiesta estorsiva: questa gentaglia è ancora schermata da un muro di omertà costruito con il terrore che si incute nelle vittime per la sorte dei propri cari in caso di denuncia.
Alfonso Maria Liguori