“Eravamo tentati, si lo confessiamo apertamente. Eravamo tentati di plaudire alla iniziativa di restyling dell’arenile. In fondo si muoveva sulla falsariga di quanto avevamo in animo di presentare noi. Giardino a mare, area giochi/sport, arenile attrezzato a fruizione libera e gratuita. Attendevamo proprio i particolari quando l’imponderabile si è manifestato in tutta la sua eclatanza. Ebbene si! La differenza sta tutta li”. Così Francesco Iovino, capogruppo Partito Democratico di Castellammare di Stabia.
“Avevamo affidato le nostre linee guida all’Università, alla Facoltà di Architettura. – ha continuato Iovino – Il risultato, dieci ipotesi da affidare attraverso un concorso di idee per la scelta. Terzietà, trasparenza e competenza erano garantite. Ed invece l’ennesimo affido diretto camuffato, tra persone contigue scelte, diciamo così, arbitrariamente. Il Mepa è uno strumento, non è la soluzione. Applicare procedure sul filo della norma in un comune dove si gestisce denaro pubblico per conto della comunità non è mai la soluzione principale. Criteri soggettivi, inviti a partecipare ad un esiguo gruppo ristretto di professionisti, e per giunta che si conoscono l’un l’altro, che avrebbero potuto rinunciare l’uno a favore dell’altro.
Amici che non disdegnano di andare insieme al ‘Festival di Sanremo’ e che, casualmente, sono invitati ad una Rdo (richiesta di offerta) insieme. Troppe coincidenze per non farci pensare male. Perché una rdo a tre inviti e non un bando aperto oppure una manifestazione di interesse per poi inviare i profili più performanti? Per non parlare del ‘prima gli Stabiesi’ che in maniera estenuante ci avete propinato da qualche anno a questa parte. A questo giro era vietato invitare anche professionisti della nostra città? Mah! L’obiettivo era altro? C’erano 100mila in progettazione in ballo. Peccato, stavamo per dare il nostro contributo propositivo nell’interesse della città ed, invece, siete degli incorreggibili che non meritano nessuna considerazione anzi la nostra abiezione”.