“Il caro prezzi provocato dalla guerra in Ucraina ci ha messo in ginocchio: di questo passo, saremo costretti a chiudere”. E’ il grido di dolore di Ciro Moccia, titolare di un noto pastificio gragnanese, che si rivolge alle istituzioni. L’imprenditore gragnanese chiede un impegno rapido e risolutivo, per evitare la chiusura di diverse attività legate al settore della pasta.
Caro prezzi, i pastai di Gragnano in crisi: “Basta proclami o dovremo chiudere”
“Ormai non dormiamo più. – commenta Moccia – Il sacrificio di tanti anni si vede vanificare in un contesto in cui i costi sono praticamente raddoppiati. “Non riusciamo a trasferire i costi di produzione sul prezzo finale – continua – Noi ce la stiamo mettendo tutta ma lavorare in perdita è una condizione che possiamo sopportare per sei mesi o un anno. Noi produciamo una pasta di alta qualità artigianale, ma se il consumatore non può pagarla si dirigerà verso prodotti più economici mettendo a rischio aziende come la mia e le 50 persone che lavorano qui”.
Gli aumenti di grano e farine
Moccia parla a nome dell’intera categoria dei pastai di Gragnano. Il caro prezzi causato dal conflitto in Ucraina si sta abbattendo anche contro i pastai gragnanesi: gli aumenti di grano e farine – che arrivano anche dall’Ucraina – stanno provocando molte preoccupazioni alle piccole e medie aziende. Da qui la richiesta di un intervento legislativo, che possa calmierare in qualche modo i prezzi. In caso contrario, il settore della pasta rischia di subire un grave contraccolpo sia in termini di produzione che occupazionale. E così l’industria premiata con il marchio Igp di Gragnano vive una delle crisi più gravi mai viste nella storia. E i re del prodotto alzano la voce con la politica: “Basta proclami o dovremo chiudere”.