Torna a casa Luciano Polito, ritenuto dagli inquirenti il capo del cosiddetto “terzo sistema stabiese” a Castellammare. Il ras del clan di Moscarella è stato scarcerato dai giudici del Tribunale di Sorveglianza, che hanno accolto il ricorso presentato dai legali di Polito disponendo i domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Una scarcerazione eccellente, che per gli inquirenti potrebbe modificare gli equilibri della malavita a Castellammare.
Castellammare, scarcerato Luciano Polito: “È il capo del Terzo Sistema Stabiese di Moscarella”
Secondo le forze dell’ordine, infatti, quella di Polito è una figura carismatica del panorama criminale cittadino. È ritenuto infatti il reggente della cosca di Moscarella, che nei mesi scorsi è stata dilaniata dai numerosi arresti effettuati nel corso di varie operazioni delle forze dell’ordine. Un clan che cerca adesso di riorganizzarsi e che potrebbe ricevere nuova linfa proprio da questa scarcerazione eccellente. Polito fu condannato a 16 anni di reclusione per reati vari, tra cui traffico di droga e armi proprio per conto del “terzo sistema”.
Adesso per il ras di Moscarella sono caduti i capi d’imputazione relativi alla detenzione di pistole e stupefacenti. Resta invece la tesi della Direzione Distrettuale Antimafia, per quanto riguarda il reato associativo. Intanto dal processo sono emersi contatti proprio tra il clan del rione Moscarella, con frange dei Casalesi e della Sacra Corona Unita pugliese. In particolare, i carabinieri sono riusciti a documentare un viaggio degli esponenti del terzo sistema in Puglia, per recuperare la droga acquistata e portarla nel quartiere Moscarella.
Vari sequestri di stupefacenti e armi da guerra
E non è un caso se, proprio nel rione bunker dei Polito, nel corso degli anni le forze dell’ordine hanno messo a segno vari sequestri di stupefacenti e armi da guerra, che erano nella disponibilità dell’organizzazione criminale. Al punto che, nel gennaio 2021, finirono in manette 14 presunti esponenti della cosca.
Le zone di spaccio di influenza del clan di Moscarella pian piano si sarebbero allargate fino a Santa Maria La Carità, dove alcuni affiliati, grazie all’aiuto di alcuni fiancheggiatori, aprirono una piazza di spaccio, invadendo, di conseguenza, anche i confini dei clan rivali, in particolare dei “vicini” Imparato del rione Savorito, storici alleati dei D’Alessandro. Secondo l’Antimafia, tra i finanziatori di questo gruppo criminale ci sarebbe anche Polito, che insieme al fratello Raffaele e a Silverio Onorato (entrambi attualmente in carcere) deciderebbero la linea criminale.